Convegno “Linee guida progettuali e Strumenti normativi per le politiche di conciliazione vita lavoro Lecce, 22 marzo 2006.

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Convegno “Linee guida progettuali e Strumenti normativi per le politiche di conciliazione vita lavoro Lecce, 22 marzo 2006

Il progetto Tate familiari Antonella Barillà Consigliera di parità regionale della Valle d’Aosta

Tipologie di servizio alla prima infanzia presenti in V.d.A. Asilo nido Garderie d’enfance Spazio gioco Tata familiare Nido aziendale

Tata familiare – Un servizio per rispondere a nuovi bisogni delle famiglie Il servizio è nato per rispondere al bisogno di offrire anche ai Comuni di media ed alta montagna un servizio educativo che risponda ad esigenze del territorio, quali: avere piccole dimensioni, essere facilmente accessibile, avere una gestione semplificata, favorire il lavoro in rete degli operatori che vi lavorano, essere qualificato e tutelato

Il servizio Tate favorisce l’occupazione locale, offre al territorio un servizio alla prima infanzia che è sostenibile economicamente anche da Comuni di piccole e medie dimensioni e, visto il numero ridotto di utenti che vi possono accedere contemporaneamente, risulta essere flessibile nella fruizione.

Dove si trova? Potenzialmente il servizio può essere presente in tutti i Comuni della Valle d’Aosta. Le tate sono iscritte in un apposito registro regionale L’elenco aggiornato delle tate è disponibile sul sito web regionale: sociali/ minori/serviziotate

Tata familiare, che tipo di servizio è? La tata familiare offre un servizio socio-assistenziale a valenza educativa, rivolto ai bambini dai 3 mesi ai 3 anni. Può essere svolto al domicilio della Tata, al domicilio della famiglia o in un luogo terzo appositamente attrezzato.

Il servizio tate è caratterizzato da un’elevata flessibilità dell’erogazione e nelle modalità di fruizione, deve essere proposto in adeguati spazi che rispondono a requisiti di sicurezza ed igiene, conformi alle vigenti normative in materia di civili abitazioni. La tata può accogliere più bambini contemporaneamente fino ad un massimo di 4.

Più tate che decidono di lavorare insieme non possono comunque avere più di 12 bambini contemporaneamente. La tata è tenuta a proporre attività adeguate all’età dei bambini e garantire il rispetto dei loro ritmi, dei bisogni psico- fisici e dei livelli di sviluppo raggiunti, in continuità con l’educazione proposta dalla famiglia, con la quale la tata cura il necessario passaggio d’informazioni.

Come si accede al servizio? Il genitore che vuole accedere al servizio deve presentare domanda all’Assessorato Sanità,Salute e Politiche Sociali della Regione, Direzione Politiche Sociali, Servizio attività socio-educative per la prima infanzia che cura l’incontro domanda offerta, ossia, sulla base dei bisogni espressi dalla famiglia, individua le tate che meglio rispondono alle caratteristiche richieste (periodo,fascia oraria, monte-ore giornaliero o settimanale, sede di erogazione del servizio, età del bambino, ecc.

La tata può accogliere sia bambini residenti nel Comune in cui essa presta la propria attività, sia bambini provenienti da altri Comuni. Il Servizio attività socio-educative per la prima infanzia accoglie le domande in qualsiasi periodo dell’anno dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 12,00

Apertura del Servizio e modalità di frequenza : L’orario del servizio varia in funzione di ogni singolo professionista, che struttura il tempo-lavoro secondo le esigenze del mercato locale e la propria organizzazione familiare. Gli orari e la frequenza del bambino sono concordati tra la tata e la famiglia, tenendo conto delle risposte del bambino. La frequenza puà variare dalle 2 alle 10 ore continuative al giorno.

Chi lo gestisce? La gestione del servizio è di tipo privato. Le tate lavorano in regime di libera professione. L’Amministrazione Regionale ha però sostenuto e sostiene la formazione, la supervisione e l’attività professionale delle tate. I Comuni di residenza erogano alle famiglie che ne facciano richiesta un voucher per il servizio utilizzato che viene finanziato dall’Amministrazione regionale.

Il rapporto tra le parti è regolato da un contratto che viene appositamente stipulato, nel quale sono precisate le condizioni: Orario di permanenza del bambino, Tariffa oraria concordata, Inclusione o meno dei pasti e accordi sulla dieta da seguire, Assicurazioni previste, Norme igieniche e sanitarie da rispettare,

Regolamentazione e pagamento nel caso di assenza del bambino (ferie, malattia) Spese supplementari e/o forniture a carico della famiglia, Modalità di risoluzione del contratto.

Quanto costa? Il costo orario a carico delle famiglie viene stabilito con Deliberazione della Giunta Regionale. Tale variazione di tariffa è in funzione delle ore giornaliere frequentate dal bambino, della fascia oraria utilizzata. (generalmente il costo è più elevato se la frequenza è saltuaria o ridotta, si riduce se aumentano le ore di permanenza) Le famiglie che utilizzano il servizio possono chiedere un voucher al proprio comune di residenza.

Gli elementi di qualità del servizio: strumenti e prassi di lavoro Un servizio assistenziale a valenza educativa Le tate hanno superato una selezione psico-attitudinale, hanno frequentato un corso di formazione professionale, sono iscritte al Registro regionale delle Tate familiari.

Gli strumenti di lavoro La tata familiare nella sua attività professionale si avvale dei seguenti strumenti: Osservazione del bambino (sia libera che con l’utilizzo di griglie di osservazone) Progettazione delle attività Programmazione e verifica periodica delle risposte del bambino e del gruppo di bambini Documentazione del lavoro svolto e delle esperienze dei bambini, che sono costantemente riportate ai genitori

Colloqui con i genitori: antecedentemente all’inserimento la famiglia è invitata ad un colloquio in presenza della Coordinatrice del Servizio e della Tata con la quale la famiglia ha stipulato un contratto. Questo momento è importante per la conoscenza reciproca della famiglia, del bambino e del servizio. Successivamente altri colloqui sono previsti affinchè la famiglia possa conoscere i progressi che il proprio figlio riesce a conquistare nel tempo

Periodicamente le tate si riuniscono per confrontarsi sull’andamento del servizio, sulle esigenze emergenti, sull’organizzazione del servizio, sulla messa a punto della modustica in uso. Periodicamente le tate beneficiano di formazione permanente e supervisione dell’attività, che è garantita dall’Assessorato Sanità, Salute e Politiche Sociali – Servizio attività socio-educative per la prima infanzia. Le tate fanno riferimento alla Coordinatrice del Servizio che mantiene i rapporti con lo staff amministrativo e dirigente dell’Assessorato

Le tate si confrontano inoltre sul rapporto con gli attori presenti sul territorio in cui lavorano come: i Comuni(che erogano il voucher), l’Amministrazione regionale(che cura l’incontro domanda-offerta, la formazione permanente e la supervisione del lavoro)i servizi socio-educativi presenti (asili-nido e garderies d’enfance con i quali è interessante confrontare metodologie di lavoro) la scuola dell’infanzia (con la quale è interessante sviluppare progetti di continuità educativa) ed eventualmente con gli operatori delle équipes socio-sanitaria (se viene da loro richiesta o se la famiglia ne esplicita la necessità)

Il coordinamento del servizio L’Amministrazione regionale, attraverso il servizio attività socio-educative per la prima infanzia, si fa carico del coordinamento del servizio, del raccordo con i servizi socio-sanitari ed educativi presenti sul territorio e dell’incontro domanda-offerta. Svolge attività di monitoraggio, supervisione, formazione permanente e raccordo dell’attività svolta dalle singole professioniste al fine d’implementare e migliorare costantemente la qualità dell’ offerta.

Il monitoraggio svolto Le tate familiari in possesso dei requisiti richiesti dalla normativa vigente sono attualmente 40 e sono state formate in tre gruppi ed in tempi diversi. I criteri di accesso alla professione prevedono una selezione psico-attitudinale in ingresso ed un successivo percorso di formazione della durata di circa 6 mesi (420 ore) articolato in una parte teorica ed una pratica (che prevedeva tirocini negli asili-nido e nelle garderie della Regione Valle d’Aosta).

nel corso degli anni il numero di candidate alla selezione per tate è cresciuto significativamente: nel primo corso si erano infatti iscritte 30 persone, nel secondo sono diventate 123 nel terzo 141. Inoltre, tra le aspiranti tate, si è registrato un incremento di persone in possesso di titoli di studio superiori a quanto richiesto per l’accesso (scuola dell’obbligo) di scuola media superiore, talvolta anche ad indirizzo pedagogico. Nei gruppi di selezione erano presenti anche alcuni laureati.

Ci pare pertanto di poter dire che il costante miglioramento del servizio tata familiare sia in termini normativi che organizzativi abbia contribuito significativamente all’incremento dell’appetibilità della figura professionale della tata.

i percorsi di formazione sono stati interamente finanziati dal Fondo sociale europeo; erano promossi dall’Assessorato Sanità, Salute e Politiche Sociali e gestiti da un ente di formazione a partecipazione regionale (Projet Formation). In particolare, per quanto riguarda il secondo ed il terzo gruppo, hanno partecipato in qualità di partner del progetto di formazione tre enti locali interessati a sviluppare il servizio di tata familiare sul proprio territorio: il Comune di Verrayes e due Comunità Montane (Grand Combin e Mont Rose).

La risorsa tata: una misura dell’offerta del servizio L’offerta potenziale complessiva dei posti nel servizio tate è gradualmente ampliata nel corso dell’anno, raggiungendo a dicembre 2005 il numero di 100 posti potenziali.La maggior parte delle tate ha preferito lavorare in un luogo terzo (21), altre hanno scelto il proprio domicilio (6) e nessuno ha optato per lavorare presso la casa delle famiglie.

La scelta del luogo terzo è determinata dalla possibilità di avere una migliore individuazione professionale quindi avere confini professionali più chiari e garantire la tutela della propria privacy. Per le stesse ragioni, la gestione del bimbo in spazi estranei alla tata, oltre ad essere oggettivamente più complicato da gestire, è anche meno redditizio, in quanto è difficile raggiungere la quota massima di bambini compresenti (4) in una casa messa a disposizione da parte di una famiglia a favore di altre (cugini, vicini di casa…).

un percorso di formazione comune ha favorito la conoscenza tra le corsiste: in alcuni casi questa si è trasformata nella scelta di condividere spazi comuni per espletare l’attività di tata familiare. In questo senso 19 persone hanno fatto la scelta di lavorare con colleghe in spazi comuni, che sono distribuiti in 4 poli ad Aosta, 1 a Valpelline, 1 a Chambave, 1 a Pont-St- Martin,

L’accesso al servizio il Servizio attività socio-educativo per la prima infanzia, relativamente al Servizio tata familiare si è attivato a più livelli: distribuzione di dépliant informativi sulle caratteristiche dell’offerta del servizio; preparazione del libretto “Guida ai servizi per la prima infanzia” (0-3 anni), presentato alla conferenza regionale sulla famiglia nel mese di novembre 2004 e distribuito sul territorio (servizi alla prima infanzia, consultori familiari, assistenti sociali territoriali, ufficio minori, biblioteche, reparto di pediatria e neonatologia presso l’Ospedale Beauregard); -

creazione di uno spazio informativo nell’ambito del sito regionale; organizzazione di serate informative rivolte alla popolazione. Tali attività si sono svolte a seguito della richiesta degli enti locali che hanno costruito una partnership con le tate mettendo a disposizione locali per l’attività di tata familiare; promozione del Servizio sul territorio in cui la tata ha scelto di lavorare (costruzione della rete con i servizi pubblici presenti); supporto nell’organizzazione di inaugurazione di alcune sedi del servizio tate, su richiesta delle interessate;

supporto nel contatto con gli organismi preposti all’informazione pubblica (stampa, giornale parrocchiale /di Comunità montana/comunale, televisione). A partire dal mese di luglio 2004, viste le richieste da parte delle tate che avevano avviato l’attività, e visto l’incremento di famiglie interessate al servizio, si è concordato di centralizzare l’incontro domanda - offerta del servizio presso il Servizio socio-educative per la prima infanzia.

Nel corso dell'anno appena trascorso è stato commissionato al Dipartimento sistema informativo (DSI) la realizzazione di un programma informatico per la raccolta e la gestione dei dati relativi al servizio, in modo particolare per l'automatizzazione dell'incontro domanda – offerta, che investe un tempo molto consistente, vista la flessibilità del servizio. L’impianto informatico consentirà di ricavare i dati necessari ad implementare l’osservatorio regionale per le politiche sociali (OREPS) per quanto riguarda il servizio di tata familiare.

Questo aspetto è particolarmente strategico, in quanto consentirà di conoscere nel dettaglio la consistenza e la tipologia del bisogno delle famiglie, la sua distribuzione territoriale, la fisionomia dell’utilizzo del servizio, la domanda inevasa, l’entità dei voucher erogati e la loro distribuzione nelle fasce in funzione dell’Irsee (indicatore della situazione economica equivalente). Questi dati saranno utili al fine del monitoraggio del servizio e della programmazione di futuri servizi alla prima infanzia da parte dell’Amministrazione Regionale.

L’utilizzo del servizio dal 01/07/04 al 30/06/05 Nel periodo di riferimento preso in esame hanno presentato domanda 235 famiglie, di cui 103 si sono trasformate in contratti tra tata e famiglia. Al 31/12/05 le domande pervenute erano 355. Dai dati emerge chiaramente che circa la metà delle famiglie che richiedono il servizio, per ragioni diverse, non ne usufruisce quando si presenta la concreta disponibilità.

Caratteristiche del servizio Tra le possibilità offerte dal servizio, la tipologia maggiormente richiesta dalle famiglie è l’opzione “luogo terzo/domicilio della tata” oppure “luogo terzo”, mentre poche famiglie scelgono il domicilio della famiglia, anche perché spesso la scelta di utilizzare il servizio è legata al desiderio di socializzazione del proprio figlio.

In linea di massima, possiamo constatare un maggiore gradimento delle famiglie per il luogo terzo, in quanto vissuto come spazio più neutro e forse più libero da vincoli, forse più rassicurante. Altre famiglie, invece, sembrano preferire il domicilio della tata, per le caratteristiche di familiarità e di ridotte dimensioni del contesto di riferimento.

Residenza delle 103 famiglie che usufruiscono del servizio

Orario utilizzato dalle famiglie che usufruiscono del servizio Dall’analisi dei contratti avviati emerge chiaramente che il bisogno delle famiglie riguarda soprattutto la fascia mattutina (53,4%), seguita da quella della giornata intera (33%), mentre la fruizione diversificata riguarda soltanto il 4,85% delle famiglie.

La maggior parte degli utilizzatori, ovvero 63 su 103 (61,2%) ha utilizzato il servizio per 1 parte di giornata. Questo dato mette in evidenza che quasi il 70% degli utilizzatori del servizio tata non desidera o non ritiene opportuna la permanenza del proprio figlio in struttura per tutta la giornata.

Orario prescelto dalle famiglie

Età inserimento dei bambini Dai dati emerge che poche famiglie richiedono di inserire il proprio figlio dalla tata in un’età molto precoce, ossia prima dei 9 mesi, limite di accesso stabilito per gli asili- nido dalla normativa regionale vigente. In effetti, solo 9 bambini (l’8,75%) sono stati inseriti in questa fascia di età, mentre il 43,75% aveva un’età compresa tra i 9 e 14 mesi, il 23,75% tra il 15 e i 20 mesi, l’11% tra i 21 ed i 26 mesi. Soltanto il 10% sceglie o accetta di di inserire il proprio figlio dopo i 26 mesi di età.

Grafico età dei bambini inseriti nel servizio

Durata dei contratti La durata dei contratti è molto variabile: il 63,75% si attestava tra i 7 mesi ed i 14 mesi mentre il 36,25% dei contratti stipulati aveva una durata da 1 a 6 mesi

Grafico durata dei contratti

Le rinunce al servizio Le domande cui ha fatto seguito una rinuncia, sempre considerando il periodo oggetto di analisi, da parte delle famiglie sono 67. Di queste:  28 famiglie non hanno mai utilizzato il servizio né voluto incontrare una tata;  32 famiglie hanno prima voluto incontrare una tata ed in seguito fatto una rinuncia; 

4 famiglie sono state automaticamente cancellate dalla lista d'attesa per motivi di incompatibilità (mancanza di residenza in un Comune della Valle d’Aosta, raggiungimento dei limiti d'età del bambino, scadenza del periodo richiesto nella domanda, bambini non ancora nati);  3 famiglie hanno utilizzato il servizio per un certo periodo ed in seguito fatto una rinuncia in quanto il servizio non serviva più (in genere perché chiamati dalla lista d’attesa di un asilo – nido o di una garderie.

Finanziamenti regionali La somma erogata dalla Regione ai Comuni che ne hanno fatto finora richiesta per il periodo considerato ammonta ad un totale di Euro ,67

A partire dal 1/03/05 l'introduzione dell’IRSEE come criterio di riferimento per il rimborso dei voucher alle famiglie differenziati in base al reddito, (fasce IRSEE) ha consentito ad un maggior numero di famiglie, anche con condizioni socio-economiche più modeste, di usufruire del servizio: infatti attualmente il rimborso regionale può arrivare a coprire fino al 95% della spesa sostenuta dalle famiglie, che vengono rimborsate dal comune di residenza della famiglia, presentando la fattura attestante la spesa sostenuta e quietanzata dalla tata.

conclusioni Tra le riflessioni che la stesura del monitoraggio ha stimolato, è interessante dire che, oltre ai dati numerici rilevati, l’attività professionale di tata familiare sembra riuscire nel suo obiettivo di “conciliabilità” tra la l’attività lavorativa e la vita familiare delle professioniste interessate, grazie alla flessibilità degli orari di lavoro ed al supporto che viene garantito loro.

Diverse tate, infatti, avevano un figlio in età 0-3 anni nel periodo di frequenza al percorso formativo o hanno avuto figli nel biennio successivo al percorso (tot. 12 bambini). A dicembre 2005, ben 4 tate sono in stato di gravidanza

l’attività professionale di tata familiare, sembra raggiungere gli obiettivi che si erano individuati nella ricerca – intervento che era stata il primo passo per l’istituzione del servizio: ampliare la gamma di tipologie di servizio visto i bisogni multiformi delle famiglie; offrire un servizio affidabile, flessibile, accessibile anche economicamente (si era ipotizzato l’istituzione di “voucher di servizio” ) per i bambini della fascia di età 0-3 anni; creare posti di lavoro per le tate, contrastando quindi anche il lavoro “in nero” molto diffuso attraverso il babysitteraggio non regolamentato;

favorire una conciliazione vita familiare - vita professionale sia delle famiglie che utilizzano il servizio che delle tate stesse, le quali, trovando un’occupazione adeguata, riescono anche ad occuparsi della gestione della propria famiglia.

Criticità difficoltà per certe famiglie ad anticipare la somma mensile intera alla tata, tempi di erogazione dei voucher alle tate, sostituzione delle tate assenti (per ferie o malattia

Grazie per l’attenzione