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Le potenzialità del distretto Pistoiese nella produzione energetica da biomasse forestali Relatore Ing. Enrico Pietrantonio D.R.E.Am.-Italia soc. coop.

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1 Le potenzialità del distretto Pistoiese nella produzione energetica da biomasse forestali Relatore Ing. Enrico Pietrantonio D.R.E.Am.-Italia soc. coop.

2 Lo scopo è indicare i quantitativi di biomassa ritraibili dal settore agro-forestale ed utilizzabili a scopo energetico ANALISI: 1.QUANTITATIVA; 2.QUALITATIVA; Residui di utilizzo di soprassuoli boschivi; Potature di piante arboree; Ripuliture varie…

3 I dati, a livello regionale, derivano dalle elaborazioni delle banche dati dell’Inventario Forestale della Toscana. A livello regionale sono state analizzate 143.739 aree di 5.000 mq posizionate su una maglia di 400 m. I dati sono stati integrati con i dati statistici degli annuari ISTAT, contenenti informazioni sulle superfici boscate e utilizzazioni per province. Ulteriori dati sono desunti dai numerosi Piani di Gestione Forestale eseguiti da D.R.E.Am. nelle grandi proprietà sia pubbliche che private all’interno della Provincia di Pistoia.

4 TIPOLOGIASuperficie Bosco741.872 ha Macchia arborea68.704 ha Castagneti da frutto 32.336 ha Pioppeti4.416 ha Formazioni riparie17.392 ha Zone in rinnovazione 116.592 ha TOTALE981.312 ha L’indagine ha indagato le aree forestali più estese, a maggior interesse per prelievo di biomasse forestali, focalizzandosi su cedui e fustaie che costituiscono la maggior parte delle aree forestali toscane.

5 SPECIE SUPERFICIE (ha)PERCENTUALI Castagno169663.1% Faggio642.4% Carpino Nero160.6% Cerro2087.7% Leccio160.6% Roverella481.8% Robinia27210.1% Misti36813.7% TOTALE2688100.0% SUPERFICI IN RINNOVAZIONE (CEDUI)

6 SPECIE SUPERFICIE (ha)PERCENTUALI Castagno1390453.9% Faggio10404.0% Carpino Nero5762.2% Cerro8003.1% Leccio160.1% Roverella4321.7% Robinia377614.6% Misti523220.3% TOTALE25776100.0% SUPERFICI STADIO ADULTO (CEDUI)

7 SUPERFICI STADIO INVECCHIATO (CEDUI) SPECIE SUPERFICIE (ha)PERCENTUALI Castagno204817.5% Faggio723261.9% Carpino Nero8647.4% Cerro1441.2% Leccio00.0% Roverella160.1% Robinia1601.4% Misti121610.4% TOTALE11680100.0%

8 PROVVIGIONI ADULTI E INVECCHIATI (CEDUI) SPECIE PROVVIGIONE (mc)PERCENTUALI Castagno52496015.4% Faggio161547547.5% Carpino Nero1996805.9% Cerro169600.5% Leccio561601.7% Roverell a2931228.6% Robinia53920015.8% Misti1574724.6% TOTALE3403029100.0%

9 Individuazione delle aree significative per la raccolta di biomassa a scopi energetici: 1. Soprassuoli con caratteristiche di buona accessibilità e buona meccanizzabilità; 2. Pendenza moderata e condizioni morfologiche tali da non rendere prevalente la funzione protettiva del bosco; 3. Valutazione delle superfici utilizzabili sulla base delle riprese planimetriche annue in relazione ai turni medi; Calcolo delle superfici annue di ipotetico utilizzo Suddivise in due principali gruppi per i quali si registrano significative differenze economiche: Cedui per legna da ardere Cedui di specie dolci (scarso valore di mercato)

10 CEDUI DA LEGNA DI VALORE – SUPERFICI IMPRODUTTIVE, PRODUTTIVE, MASSE UTILIZZABILI 1Adulti2288 2Protettivi912 3Accidentati691 4Giovani336 5Residui 1-(2+3+4)685 6Fattore d'uso 4/(4+5)33 7Superfici in invecc.nto7392 8Accidentate4126 9 Fatt. abbandono 7/(1+7)74 10 Ipotesi ripresa planimetrica34 11 Masse cormometriche (mc)3424 12 Masse cormometriche (q.li)32529 13Masse ramaglie (q.li)8132 Si tratta si soprassuoli a prevalenza di Querce (Cerro, Roverella e Leccio) e di Faggio. Per ogni tabella è stata stimata la quota parte di superficie con funzione protettiva, eliminando le aree con pendenza > 70%. Sono quindi state estratte le superfici indicate come accidentate, con scarsa viabilità di servizio. Sono state estratte le superfici di giovane età. Sono quindi stati calcolati i boschi residui. Il fattore d’uso è un indice che su base regionale permette di capire in quali aree si concentra l’attività di utilizzazione. Lo stesso calcolo è stato effettuato per le superfici in fase di invecchiamento; il fattore di abbandono esprime il grado di di attività su questi boschi. Per la stima delle masse, ci si è serviti di un turno medio di circa 20 anni, calcolando una ripresa planimetrica globale come superficie disponibile/turno medio.

11 CEDUI DOLCI – SUPERFICI IMPRODUTTIVE, PRODUTTIVE, MASSE UTILIZZABILI 1Adulti23488 2Protettivi5344 3Accidentati7672 4Giovani10472 5Residui 1-(2+3+4)2352 6Fattore d'uso 4/(4+5)18 7 Superfici in invecc.nto4288 8Accidentate1460 9 Fatt. abbandono 7/(1+7)14 10 Ipotesi ripresa planimetrica524 11 Masse cormometriche (mc)52382 12 Masse cormometriche (q.li)497633 13Masse ramaglie (q.li)124408 Si tratta di dati relativi a boschi cedui che producono legna da ardere scadente, e che possono avere anche produzioni alternative (es. cedui di Castagno e di Robinia). Comprendono il Castagno, la Robinia, il Carpino Nero ed i misti. I soprassuoli a cedui dolci si dimostrano poco appetibili da parte delle imprese di utilizzazione. Si dimostra da una minore entità di soprassuoli allo stadio giovanile rispetto alle superfici produttive. Complessivamente questi soprassuoli sono destinati ad una diminuzione delle attività di utilizzazione, sempre che non vengano trovate forme di impiego alternative della produzione legnosa di queste essenze.

12 PRODUZIONE DI BIOMASSA REALE E POTENZIALE DA CEDUI I dati precedentemente indicati indicano il valore di biomassa di risulta da ipotetiche attività di utilizzazione calcolate secondo una ripresa planimetrica teorica a turno medio di 20 anni, con esclusione delle aree a maggior accidentalità. La convenienza di esbosco della ramaglia si ha se unitamente alle piante (esbosco pianta intera). In genere comunque nel taglio del ceduo si procede alla sramatura e depezzatura sul letto di caduta. Per la produzione di legna da ardere si prevede l’esclusiva disponibilità di biomasse di risulta, per le specie dolci e meno vendibili si individua che quota parte dei popolamenti possano garantire una convenienza economica destinando tutta la biomassa alla cippatura, considerando una porzione pari a circa il 60% delle superfici produttive. I dati ottenuti sono riassunti nella seguente tabella: Masse cormometriche (mc) 31429 Masse cormometriche (q.li) 298580 Masse ramaglie (q.li)74645 TOTALI373225 Il dato totale di 373.225 q.li di sostanza verde, equivale a circa 187.000 q.li di biomassa secca da cedui dolci, più circa 4.100 q.li di biomassa di risulta dal taglio di cedui pregiati

13 SUPERFICI FUSTAIE SPECIE SUPERFICIE (ha)PERCENTUALI Misto conifere00.0% Cipressete160.2% Abetine145615.2% Pino Nero2722.8% Pini mediterranei201621.0% Castagno3844.0% Faggio163217.0% Pioppi160.2% Querce4164.3% Robinia4004.2% Misti latifoglie299231.2% TOTALE9600100.0%

14 PROVVIGIONI FUSTAIE SPECIE PROVVIGIONE (MC)PERCENTUALI Misto conifere00.0% Cipressete20590.1% Abetine55590123.3% Pino Nero668302.8% Pini mediterranei44674618.7% Castagno871303.6% Faggio47132219.7% Pioppi36460.2% Querce656032.7% Robinia911603.8% Misti latifoglie59869925.1% TOTALE2389096100.0%

15 PRODUZIONE DI BIOMASSA REALE E POTENZIALE DA FUSTAIE RESINOSE E LATIFOGLIE Sono state considerate le tipologie di popolamento suddivise per fasce di età, in funzione delle cure colturali che ordinariamente vengono eseguite: CONIFERE + CONIFERE Ripuliture (< 5 anni dall’impianto per Conifere; < 15 anni dall’impianto per Latifoglie); Sfolli (6 – 35 anni dall’impianto per conifere; 16 – 45 per Latifoglie); Diradamenti (> 35 anni dall’impianto per Conifere; > 45 anni per Latifoglie); Per le Conifere sono stati supposti interventi minimali, data la scarsa attività di coltivazione di questi impianti. Per le Latifoglie sono stati calcolati dei coefficienti di abbattimento della biomassa del 60% per le latifoglie, per tenere conto delle aree dove non vengono eseguiti gli interventi caratteristici delle fustaie. Per tenere conto della convenienza alla raccolta della biomassa di scarto solo nel caso di esbosco della pianta intera, i dati sono stati parametrizzati secondo la seguente tabella: Intervento% letto di caduta% imposto Cure colturali9010 Sfolli6040 Diradamenti50 Utilizzazioni50

16 PRODUZIONE DI BIOMASSA REALE E POTENZIALE DA FUSTAIE RESINOSE E LATIFOGLIE Sulla base delle considerazioni precedentemente esposte, considerando un apporto di biomassa dai tagli di utilizzazione pari a 1.509 mc (10% del valore di biomassa totale), si hanno i seguenti valori: LATIFOGLIE45.350 MC362.803 Q.LI CONIFERE71.362 MC499.530 Q.LI La biomassa secca complessiva è quindi pari a circa 431.000 q.li

17 PRODUZIONE DI BIOMASSA COMPLESSIVA DEL TERRITORIO PISTOIESE DA CEDUO191.100 q.li DA FUSTAIA LATIFOGLIE 362.803 q.li DA FUSTAIA CONIFERE 499.530 q.li TOTALE1.053.433 q.li La stima non tiene conto di: Situazioni specifiche e condizioni particolari (stima mediata); Convenienza economica di confronto con mercato della biomassa; Punto di equilibrio economico, variabile nel tempo e dipendente da fattori esterni;

18 ALCUNI CASI PARTICOLARI DI POSSIBILE REPERIMENTO DI BIOMASSA FORESTALE Ripulitura di sponde fluviali e argini in genere Materiale di ridotte dimensioni (erbaceo); Difficoltà di accesso e di esbosco; Problema della “proprietà” del materiale; Ripulitura di scarpate stradali e ferroviarie Materiale per lo più erbaceo; In genere aspirato e portato a discarica; Di scarso interesse energetico; Problema del silicio nelle canne (Arundo); Ripulitura di cesse parafuoco Materiale per lo più arbustivo e cespugliame; Scarso quantitativo a mq, con difficoltà di concentramento; Ripulitura di linee ENEL Alta tensione ripuliture ogni 5-6 anni; media tensione ogni 3 anni; Difficoltà di meccanizzazione e recupero del materiale; Proprietà del materiale;

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20 “CREDITI DI CARBONIO”: UN’ULTERIORE POSSIBILTA’ DI UTILIZZO DEL BOSCO Il mercato delle emissioni è uno strumento amministrativo utilizzato per controllare le emissioni di inquinanti e gas serra a livello internazionale attraverso la quotazione monetaria delle emissioni stesse ed il commercio delle quote di emissione tra soggetti diversi. Lo scambio di quote di emissioni le riduzioni di emissioni avranno luogo su tutta la comunità Con il Protocollo di Kyoto divenuto operativo, l’Italia, che lo ha ratificato nel 2002, dovrà ridurre le proprie emissioni del 6,5% (una quota decisa nel corso di un consiglio dei ministri dell’ambiente dell’UE) rispetto a quelle del 1990. A fine 2010 l’Italia dovrà dichiarare di non riuscire a rispettare i parametri previsti dal protocollo di Kyoto.

21 “CREDITI DI CARBONIO”: UN’ULTERIORE POSSIBILTA’ DI UTILIZZO DEL BOSCO Le foreste possono contribuire a raggiungere gli impegni nazionali di contenimento delle emissioni di gas clima-alteranti. Il Protocollo di Kyoto (art. 3.3) consente ai Paesi di usare tutti i crediti generati dai progetti di afforestazione e riforestazione realizzati tra il 1° gennaio 1990 e il 31 dicembre 2007. Anche le attività legate alla “gestione delle foreste” che rispondano alle due condizioni di essere avvenute dal 1° gennaio 1990 e che siano direct human induced (prodotte dall’azione umana), possono essere utilizzate per generare crediti di carbonio. Potranno essere usate tutte quelle forme di gestione che portino ad un aumento della biomassa legnosa e non legnosa (e quindi di carbonio), attraverso: una riduzione del regime dei tagli; un regime di protezione totale; una conversione di un bosco da ceduo in alto fusto. Modello certificato di stima dell’incremento di stoccaggio Proprietari e imprese utilizzatrici D.R.E.Am. Ottenimento del credito spendibile sul mercato


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