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QUALE FORMAZIONE, PER QUALE SOCIETÁ? Iucunde docere: ovvero “la struttura che ci con-nette” W. Fornasa.

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1 QUALE FORMAZIONE, PER QUALE SOCIETÁ? Iucunde docere: ovvero “la struttura che ci con-nette” W. Fornasa

2 Recuperando Albino… Per domandarci se QUESTA educazione serve ancora, rispondiamo alle domande di Maturana: Che cosa significa educare? Perché vogliamo educare? Che tipo di educazione vogliamo? Che tipo di paese vogliamo?

3 COSA ACCAD(D)E OGGI Lo squilibrio tra la sovrabbondanza dei consumi privati e la povertà dei beni sociali (scuola, salute, cultura, solidarietà, ambiente) La mercantilizzazione delle regole. Se le regole del gioco entrano nel gioco, il gioco si distrugge. L’arbitro si può comprare, si può speculare e sottomettere:il gioco non è mai “libero” Il PIL è indicatore fuorviante legando reddito e costi G. Ruffolo “Repubblica” 4-8-09, p.27

4 Durante tutta la storia dell'uomo la fonte di ricchezza è sempre stata il controllo delle risorse naturali: terra, oro petrolio. Ora, improvvisamente, sta nel "sapere", nella "conoscenza". L'uomo più ricco del mondo, Bill Gates, non possiede risorse naturali. E neppure eserciti. Per la prima volta nella storia dell'uomo, la persona più ricca del mondo possiede soltanto conoscenza. L'economia basata sul sapere prende quindi il posto dell'economia basata sull'industria. L. Turow "Il Sole ventiquattrore" 1/01/2000

5 OCCORRE ATTIVARE DAVVERO E SUBITO UN “OSSERVATORE” DIVERSO CAPACE DI ABBANDONARE LA TRADIZIONALE “PAIS-DOKEO” CAUSA: LA SUA “FRAGILITA’” EPISTEMOLOGICA E RESISTENZA RISPETTO AL CAMBIAMENTO PLANETARIO DELLE FORME DEI SAPERI (l’”altrove” co-formativo delle reti,l’“agirpensando” per reti) LA SUA ACQUIESCENZA E SUDDITANZA AI POTERI POLITICI ED ECONOMICI DI QUALSIASI “ORIENTAMENTO” (il mito del saper fare nasconde il saper anche pensare) IL SUO POTERE “COLONIALISTA” CENTRATO SUL MODELLO SOCIO- PSICO- PEDAGOGICO OCCIDENTALE BIANCO ANGLOFONO (principio escludente dell’adatto -darwinismo educativo-) LA SUA “DERIVA RIDUTTIVA” METODOLOGICA NELLA DIDATTICA PER LA PERFORMANCE MISURABILE ETERODIRETTA (so fare qualcosa, ma non so perché e in quali contesti mi servirà)

6 NONOSTANTE (?) LE “RIFORME” VIVIAMO UN’EDUCAZIONE esecutiva, cumulativa, disciplinare, iperspecialistica, pianificatoria, comportamentista (sc. disciplinante) appiattita su competenze, abilismo, cognitività, geneticita’ “naturale” delle doti (sc.eccellenze malriposte) socialmente competitiva,conflittuale e gerarchica (sc. darwinismo sociale) senza relazione ne felicita’ (cfr. Padre Jorghe…) escludente e non inclusiva (sc.neo-colonialista) IL TAYLORISMO ECONOMICISTA SI E’ TRASFERITO IN EDUCAZIONE. UNA “MANO INVISIBILE” DISTRIBUISCE I TRENTA DENARI

7 PATOLOGIE DELL’ISTRUZIONE OGGETTIVITÁ FUORI DA CONTESTI, STORIA/E, RELAZIONI,PROCESSI MISURABILITÁ QUANTITÁ, OMOGENEITÁ, EFFICACIA/EFFICIENZA, UNITA’ D’APPRENDIMENTO PROGRAMMABILITÁ L’A-PRIORI, LA GERARCHIA DEL SAPERE DISCIPLINARE, IL DARWINISMO EDUCATIVO REALISMO PEDAGOGICO sappiamo come si sviluppa la mente del bambino MA UN BAMBINO ‘RIDOTTO’ AL DI SOTTO DI UNA CERTA SOGLIA NON E’ PIU’ “QUEL BAMBINO”.

8 “Vedrete che in un mondo che si evolve incessantemente nessuno può avere mai un'istruzione completa. Ciò significa che a scuola i bambini non devono solo apprendere quello cha a scuola appresero i loro genitori, bensì devono imparare anche ad imparare" M. Mead (1950)

9 OGGI LA QUESTIONE È NON RIDUCIBILE A “COSA” È MEGLIO IMPARARE A FARE MA è “come”, “perchè” e “con chi” si “deuteroapprende” nelle reti di con-versazione, co-noscenza e memoria col-lettiva al di là del soggetto separato dell’oggetto: la relazione nei contesti, nei processi, nelle storie, nei giochi: il corpo nelle interfacce: la co-operazione co-costruttiva nelle reti delle collettività pensanti: l’ecologia cognitiva nella democrazia cognitiva “open source” della rete

10 Il digitale apre tre (co)evoluzioni inattese nella biologia neuronale dei cervelli e nei “thinking pattern”, ovvero nella epistemologia del mondo di ciascuno nella antropologia e nella struttura sociale (mutazione dalle società di classi, alle reti di comunità virtuali, e pur storiche) nelle competenze e abilità digitali costruite nei “giochi” virtuali e di simulazione, ovvero nelle esperienze di secondo livello Dal paradigma della verità “demens” a quello della co- evolutività ”ludens”

11 M. Prensky propone questa visione DIGITAL IMMIGRANTSDIGITAL NATIVES Codice alfabetico Codice digitale Apprendimento lineare Apprendimento Multitasking Stile comunicativo uno a molti Condivisione e creazione della conoscenza Apprendimento per assorbimento Apprendimento attraverso la ricerca, il gioco, l’esplorazione Internalizzazione della riflessione Esternalizzazione dell’apprendimento (Comunicazione Vs Riflessione) Autorità del testo No autorità del testo: multicodicalità Primo leggere Connettersi navigare ed esplorare

12 In questa “dimensione” apprendere è Dimenticare uno stato organizzativo precedente Collocarsi in una dimensione “dissipativa” ovvero lontana dall’equilibrio e saperla reggere Apprendere dipende dal “non- apprendimento” ovvero dalla sensibilità alle differenze Ogni ”altro” (e il suo punto di vista) sono differenze sensibili: conoscere è pratica col-lettiva, di reciprocità e con-sensualità Il corpo nelle sue pratiche di con-vivenza, nei suoi desideri ed emozioni ridefinisce i presupposti del sapere verso le differenze del “non-sapere” Le culture emotive fondano i sistemi razionali, quindi l’ambito dei “giochi di scelta ”

13 Oltre l’apprendere vi è il MOVENTE (e la motivazione) (con G.Vadalà) Il movente è co-costruzione metacontestuale, co-evolutiva e creativa di co-noscenze e mondi di loro possibilità, “in e tra” osservatori. Il movente appare come ciò che in un sistema di sviluppo “muove”(ex-motus) la motivazione ponendola nella propria rete di senso e significati. In senso vareliano il movente è l’autopoiesi della motivazione IL MOVENTE FONDA LA COMPETENZA (CO)-EVOLUTIVA

14 Anche un sistema (vivente) digitale necessita di “movente”, ma Un conto è intervenire educativamente sulla motivazione ad apprendere cose già note e ricorrenti (Appr. alla conservazione :la certezza delle risposte adatte) Altro è attivare moventi ad usare il già noto per esplorare il caos, il “non-ancora-appreso” (Appr. all’evoluzione: l’incertezza delle domande differenti)

15 LONG-LIFE LEARNING COMMUNITY OF LEARNERS NETWORK LEARNING DALL’ APPRENDIMENTO COME RISULTATO ALL’ APPRENDERE COME PROCESSO ALL’ “APPRENDERE AD APPRENDERE” COME RETE

16 IN EDUCAZIONE ALLORA IL GIÁ COSTRUITO (I SAPERI DEI BIMBI) NON SEMPRE INTERAGISCE NEL MODO ATTESO CON IL GIÁ ESISTENTE(IL SAPERE DELL’INSEGNANTE) L’AGIRE EDUCATIVO NON PUÒ PRESCINDERE DAL GIÁ CO-COSTRUITO E DALLE SUE CONTINUE TRASFORMAZIONI (L’APPRENDISTATO) DEVE COSÌ MUTARE RADICALMENTE LA VISIONE CENTRATA SULL’ APPRENDIMENTO PER UNITÁ, SULLE COMPETENZE SPECIFICHE E LE ABILITÁ (INVOCATE E PRATICATE ANCHE DA UNA CERTA PEDAGOGIA SEDICENTE SISTEMICA E COSTRUTTIVISTA…)

17 L’ETICA POSSIBILE? Da E. Morin, una domanda: Nella tecno-economia è possibile “globalizzare” l’etica? O il gioco co-evolutivo fra individuo/specie/biosfera/società/noosfera comporterà la capacità di modulare le etiche locali a quelle planetarie? I processi formativi (e i formatori) che ruolo vorranno assumere in ciò?

18 Il lavoro è sulle epistemologie di cui disponiamo, sulla nostra capacità di rispondere alle differenze e sul mondo materiale in cui queste hanno origine La metodologia non potrà che essere qualitativa, processuale e narrativa. Quantità (misure) e indicatori non soddisfano le evolutività e le transizioni Non possiamo interpretare l’incerto con il certo. Le discipline non spiegano il mondo ne loro stesse, ma solo il loro senso della gerarchia. Poste così non servono Le didattiche, oggi, sono “ambienti artificiali” di apprendimento, e non certo “forme relazionali sensibili alle differenze” (le informazioni) “LA VERITÁ E’ L’INVENZIONE DI UN BUGIARDO” H. von Foerster (2001)

19 TRACCE DI “ETICA” PER I CONTESTI EDUCATIVI Il pensiero (co)evolutivo: una cornice possibile L’ecologia sociale: un progetto di transizioni sostenibili L’inclusione: una pratica politica La cooperazione: un modello relazionale

20 PENSIERO CO-EVOLUTIVO È una cornice in cui pensare i sistemi viventi quali complessità irriducibile di relazioni, processi, dinamiche, transizioni, co-adattamenti e ri- organizzazioni via via emergenti negli ecosistemi e capaci di resilienza (ecologia sociale evolutiva)

21 ECOLOGIA SOCIALE Costruire, sviluppare e coltivare pratiche “viabili” di interazione relazionale (CON- VIVENZA) capaci di ri-comporre le sensibilità verso i modi di essere nella coppia, nella famiglia, nei contesti urbani e “naturali” del lavoro, della politiche, della formazione, delle culture, ecc, ovvero nelle reti di relazione che ci caratterizzano quali sistemi-(con)viventi-in-un- contesto-capaci-di-(co)evoluzione.

22 “INCLUSIONE” È la partecipazione di tutti i membri di una comunitá (non solo di quelli portatori di istanze particolari) al suo cambiamento secondo un progetto in comune in cui sono garantite le condizioni della libera espressione e il progetto di vita di ciascuno

23 COOPERAZIONE PROCESSO EVOLUTIVO DI CO-COSTRUZIONE DI INTERDIPENDENZE TRA SISTEMI A FRONTE DI UN "PROBLEMA”(UNA DIFFERENZA) PERCEPITO COME “IN” COMUNE CAPACITÀ DI COSTRUIRE SCAMBI GUIDATI DALLA RECIPROCITÀ IN UN CONTESTO RELAZIONALE PARITARIO (NELLE OPPORTUNITA’)

24 COOPERAZIONE È FONTE DI RIFLESSIONE E COSCIENZA DI SÈ DISSOCIA IL SOGGETTIVO DALL'OGGETTIVO È FONTE DI REGOLAZIONE (J.Piaget) È UN CONTESTO METACOMUNICATIVO È CONTESTO DI CO-COSTRUZIONE DELL'ALTERITÁ È GIOCO COMUNICATIVO INTRINSECAMENTE ETICO (L.E.E. Unibg)

25 DUE PENSIERI PIAGETIANI PER UNA PSICOPEDAGOGIA DELLE RETI SOCIALI Non ci sono nella mente umana strutture innate che semplicemente vengono ad esistere: tutte le nostre strutture mentali devono essere costruite Bisogna insegnare agli allievi a pensare ed è impossibile pensare in un regime autoritario. Pensare è cercare liberamente ed è dimostrare in maniera autonoma CIASCUNO DEVE ORA DECIDERE “SE QUESTO E’ UN GIOCO”… GRAZIE!!


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