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corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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PROGRAMMA DEL CORSO I corsi sono riferiti al livello di rischio MEDIO: n. 2 corsi per n. 55 LAVORATORI: 4 formazione generale +8 ore formazione specifica; n. 1 corso per n. 11 PREPOSTI: 4 formazione generale +8 formazione specifica +8 ore formazione aggiuntiva. Tipologia di Corso Ore/Durata Formazione Generale dei lavoratori/preposti Quattro/un pomeriggio Formazione Specifica dei lavoratori/preposti Otto/due pomeriggi Formazione particolare aggiuntiva per il preposti quattro – con valutazione finale/un pomeriggio Numero totale di dipendenti dell’unità produttiva 113 Numero totale di partecipanti al corso 55 Corsi attivati 3 Il numero max di lavoratori ai corsi è pari a 35, con l’obbligo di frequenza del 90% delle ore previste, con la predisposizione di un registro di frequenza. Numero di preposti partecipanti ai corsi di formazione aggiuntiva. 11 corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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3 CALENDARIO DEL CORSO DI FORMAZIONE in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro D.L. 81/08 corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015 Sede Centro 1° corso Lavoratori/preposti 2° corso Lavoratori/prepostipreposti Modulo generale - giovedì 26 marzo 2015 dalle 15,30 alle 19,30 - giovedì 9 aprile 2015 dalle 15,30 alle 19,30 Modulo specifico - lunedì 30 marzo 2015 - martedì 31 marzo 2015 dalle 15,30 alle 19,30 - lunedì 13 aprile 2015 - martedì 14 aprile 2015 dalle 15,30 alle 19,30 Modulo aggiuntivo -giovedì 16 aprile 2015 dalle 15,30 alle 19,30 -lunedì 20 aprile 2015 dalle 15,30 alle 19,30
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4 Testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro D.L. 81/08 RISCHIOEVENTOESPOSIZIONEDANNO Prevenzione Protezione Elaborazione del DVR (documento di valutazione dei rischi) corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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5 1.identificazione dei pericoli; 2.identificazione dei lavoratori esposti; 3.valutazione dei rischi (gravità del danno in relazione alla probabilità del verificarsi dell’evento); 4. studio sulla possibilità di eliminare/limitare i rischi; 5.adozione dei provvedimenti necessari per salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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MODULO SPECIFICO per LAVORATORI E PREPOSTI (8 ORE) CONTENUTI DEL CORSO 1.Fattori ergonomici, MMC, movimenti ripetuti; 2.Caduta/inciampo e caduta dall’alto; 3.Agenti fisici (rumore, vibrazioni, campi elettromagnetici, ROA) 4.Macchine e attrezzature; 5.Rischio elettrico; 6.Rischi incendio; 7.Atmosfere esplosive; 8.Videoterminali; 9.Agenti chimici, cancerogeni, e/o mutageni, amianto 6 corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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7 CONTENUTI DEL CORSO 10.Nebbie, fumi, oli, vapori, polveri; 11.Agenti biologici; 12.Stress da lavoro correlato; 13.Ambienti di lavoro e segnaletica; 14.Microclima e illuminazione; 15.DPI; 16.Organizzazione del lavoro; 17.Gestione delle emergenze (procedure, vie di fuga, primo soccorso, ecc); 18. Incidenti ed infortuni mancati. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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1.Fattori ergonomici, MMC, movimenti ripetuti Si intendono come atti di movimentazione manuale dei carichi (art. 167 del D.Lgs. 81/08) :D.Lgs. 81/08 “- le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari (patologie delle strutture osteoarticolari, muscolotendinee e nervovascolari)”. Il rischio per la salute deve essere valutato non solo relativamente alle azioni di sollevamento ma anche di traino/spinta ed infine relativamente ai cosiddetti movimenti ripetuti o ripetitivi. Ancora oggi i rischi connessi con tali attività lavorative sono tra i più diffusi e spesso determinano malattie professionali. Il riferimento normativo per valutare i fattori di rischio connessi all’attività di movimentazione manuale dei carichi è rappresentato dal Titolo VI e dall’allegato XXXIII del D.Lgs. 81/08 e s.m.i. 1. RISCHI CONNESSI ALL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO: affaticamento fisico corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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9 Elementi che contribuiscono alla definizione del livello di rischio connesso alla attività di movimentazione manuale dei carichi: Caratteristiche del carico: troppo pesante (maggiore di 25 Kg per gli uomini, 15 per le donne e gli adolescenti maschi, 10 Kg per le adolescenti femmine - NORMA ISO 11228 – abbassati rispetto alla 626/94 ), troppo ingombrante, instabile ecc.; Posizioni che si assumono nel sollevamento: schiena flessa, torsione del tronco, distanza eccessiva del carico dal tronco, ecc.; Entità dello sforzo fisico: alta frequenza delle azioni di sollevamento o tempi prolungati di sollevamento; Caratteristiche dell’ambiente di lavoro: presenza di dislivelli (scale, gradini isolati, ecc.), stato delle pavimentazioni, microclima non ottimale ecc. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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10 Il decreto 81/08 - art. 1, art. 28 e allegato XXXIII, impone al datore di lavoro di tener conto delle differenze di sesso ed età e pertanto il peso massimo raccomandato sarà calcolato riferendosi alla seguente tabella: uominidonne etàOccasionaliFrequentiOccasionaliFrequenti 16 - 181914129 18 - 2023171410 20 - 3525191511 35 - 5021161310 più di 501612107 Donne nei primi 6 mesi di gravidanza105 Dal 7° mese00 Inoltre, il datore di lavoro fornisce ai lavoratori l’addestramento adeguato in merito alle corrette manovre e procedure da adottare nella movimentazione manuale dei carichi [art. 169, comma 2]. La sanzione per la mancata valutazione di questo rischio è: arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da 2˙500 a 6˙400 €. La sanzione per la mancata formazione e addestramento dei lavoratori è: arresto da 2 a 4 mesi o ammenda da 1˙200 a 5˙200 €. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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11 INFORMAZIONE sui rischi connessi con l’attività: in generale si parla di rischi connessi alla movimentazione dei carichi quando il peso degli stessi è superiore ai 3 kg. Al di sotto di tale peso il rischio per la schiena può essere generalmente considerato trascurabile. Pertanto, ogni volta che si dovranno maneggiare carichi di peso superiore al predetto limite, è opportuno: Nel sollevare i carichi si deve mantenere il tronco eretto, piegando le gambe anziché la schiena, il carico deve essere tenuto il più possibile vicino al corpo e si devono evitare torsioni del busto; corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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12 Per evitare di assumere posizioni pericolose per la schiena è consigliabile spostare oggetti nella zona compresa tra l’altezza delle spalle e quella delle nocche delle mani (con braccia distese lungo i fianchi); Se si deve porre in alto un oggetto, bisogna evitare di inarcare la schiena; in tal caso va utilizzato un idoneo sgabello o una scaletta; Non utilizzare mezzi di fortuna (sedie, cataste di pacchi) per riporre o prelevare materiali dagli scaffali, ma apposite scale che siano rispondenti alla norma; corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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13 Per pesi eccessivi e lunghi percorsi, devono essere utilizzati idonei carrelli, adeguati al peso da trasportare; Se possibile, il peso va equamente ripartito tra le due mani; In caso di trasporto di carichi tramite più persone, i movimenti devono essere coordinati; Quando si trasportano materiali di particolare lunghezza a spalla, accertarsi di avere sempre la visuale libera e tenere la parte anteriore del carico sollevata oltre l’altezza d’uomo; Si devono usare idonee calzature; Si deve sempre verificare che il pavimento sia stabile ed uniforme. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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14 RISCHI PER LA SALUTE CAUSATI DALLA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI La movimentazione manuale di carichi può essere la causa dello sviluppo di patologie dovute alla graduale usura cumulativa dell’apparato muscolo-scheletrico, in particolare del rachide lombare, riconducibile a operazioni continue di sollevamento o movimentazione (per esempio, dolori dorso- lombari). Si affianca, inoltre, il rischio legato al carico stesso che può cadere provocando fratture o contusioni, può essere caldo o tagliente e provocare quindi ustioni o ferite, può impedire la vista di scalini o oggetti che si trovano a terra facendo inciampare chi lo trasporta. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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15 2. Caduta/inciampo e caduta dall’alto; Un grande numero di infortuni, un po’ in tutti i settori, dall’industria ai servizi, è generalmente dovuto agli scivolamenti e cadute nei luoghi di lavoro. il rischio di caduta dall’alto può essere causa di infortunio per tutti quegli operatori che per svolgere le loro mansioni devono utilizzare scale fisse o portatili, per accedere a soppalchi o ai piani alti di scaffalature per prendere o riporre merce. cadute e scivolamenti possono essere dovute ad inciampi su oggetti fuori posto, a percorsi ingombri, a pavimenti scivolosi o danneggiati, all’uso di scarpe non adatte, ecc. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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16 Le cadute dall’alto possono essere il più possibile evitate sicuramente operando nella maniera più corretta possibile e cioè appoggiando le scale portatili su superfici stabili e sicure, facendo attenzione alla massima capacità portante delle scale, assicurandosi dell’integrità della scala che si va ad utilizzare, ecc.. Azioni preventive Azioni preventive per evitare cadute e scivolamenti in piano: Ordine Gli scivolamenti e le cadute in piano sul luogo di lavoro sono dovuti principalmente alla mancanza di ordine in generale. Pertanto sul pavimento e sui percorsi di lavoro non devono esserci intralci. Illuminazione Assicurarsi che gli ambienti di lavoro abbiano una buona illuminazione e che il funzionamento e la posizione delle luci sia tale da garantire che tutto il pavimento sia illuminato uniformemente e che i potenziali pericoli, ad esempio ostacoli o fuoriuscite accidentali di liquidi, siano chiaramente visibili. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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17 Pavimentazione tutte le situazioni di pericolo devono essere contrassegnate chiaramente Occorre controllare regolarmente che i pavimenti non siano danneggiati e chiedere, se necessario, che vengano effettuati gli interventi di manutenzione opportuni. Gli elementi su cui un lavoratore può potenzialmente scivolare e cadere sono: buche, avvallamenti, crepe. I pavimenti devono essere tenuti puliti. Comunque tutte le situazioni di pericolo devono essere contrassegnate chiaramente, facendo uso di adeguata cartellonistica di sicurezza. Fuoriuscite accidentali di liquidi Ogni qualvolta si verificano fuoriuscite accidentali di liquidi, è necessario pulire immediatamente utilizzando un metodo di pulizia adeguato. Ostacoli Ove possibile, si devono rimuovere gli ostacoli per evitare che i lavoratori vi possano inciampare. Se l’ambiente lo richiede, devono indossare calzature adatte. I macchinari devono essere sistemati in modo che i cavi di alimentazione non attraversino i percorsi pedonali, creando intralcio. Conseguenze delle cadute e dei scivolamenti possono essere: contusioni, abrasioni, fratture degli arti inferiori e superiori. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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18 3. Agenti fisici (rumore, vibrazioni, campi elettromagnetici, R adiazioni O ttiche A rtificiali ) Titolo VIII del D.Lgs. 81/2008 Capo II – Protezione dei lavoratori contro i rischi di ESPOSIZIONE AL RUMORE durante il lavoro Articolo 187 Campo di applicazione Il presente capo determina i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza derivanti dall’esposizione al rumore durante il lavoro e in particolare per l’udito. Nessuna esclusione dal campo di applicazione Protezione contro tutti gli effetti del rumore 2. RISCHIO FISICO corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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19 Articolo 189 Valori limite di esposizione e valori di azione 1.I valori limite di esposizione e i valori di azione, in relazione al livello di esposizione giornaliero al rumore e alla pressione acustica di picco, sono fissati a: valori limite di esposizione: LEX, 8h = 87 dB(A) e ppeak = 200 Pa (140 dB(C) ref. 20 µPa) valori superiori di azione: LEX, 8h = 85 dB(A) e ppeak = 140 Pa (137 dB(C) ref. 20 µPa) valori inferiori di azione: LEX, 8h = 80 dB(A) e ppeak = 112 Pa (135 dB(C) ref. 20 µPa) Tre livelli di legge, LEX e/o Lpicco corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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20 Valori limite di esposizione e valori di azione - Articolo 189 2. Laddove a causa delle caratteristiche intrinseche della attività lavorativa l’esposizione giornaliera al rumore varia significativamente, da una giornata di lavoro all’altra, é possibile sostituire, ai fini dell’applicazione dei valori limite di esposizione e dei valori di azione, il livello di esposizione giornaliera al rumore con il livello di esposizione settimanale a condizione che: a)il livello di esposizione settimanale al rumore, come dimostrato da un controllo idoneo, non ecceda il valore limite di esposizione di 87 dB(A); b)siano adottate le adeguate misure per ridurre al minimo i rischi associati a tali attività. settimanale massimo ricorrente 3. Nel caso di variabilità del livello di esposizione settimanale va considerato il livello settimanale massimo ricorrente. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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21 Valutazione del rischio 1.Nell’ambito della valutazione del rischio di cui all’art. 190, il datore di lavoro valuta l’esposizione dei lavoratori al rumore durante il lavoro, prendendo in considerazione in particolare: a)Il livello, il tipo e la durata dell’esposizione, ivi incluso il rumore impulsivo; b) I valori limite di esposizione e i valori di azione di cui all’articolo 189; c) tutti gli effetti sulla salute e sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al rumore, con particolare riferimento alle donne in gravidanza e ai minori; d)tutti gli effetti indiretti sulla salute e sulla sicurezza risultanti da interazione fra rumore e segnali di avvertimento o altri suoni che vanno osservati al fine di ridurre il rischio di infortuni; e) le informazioni sull'emissione di rumore fornite dai costruttori dell’attrezzatura di lavoro in conformità alle vigenti disposizioni in materia; corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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22 Certificazione acustica delle macchine I costruttori (D.Lgs. 17/2010) sono obbligati alla rilevazione di alcune grandezze relative all’emissione acustica del macchinario da indicare nel libretto d’uso e manutenzione associato. In tale libretto devono figurare indicazioni relative al: livello di pressione acustica continuo equivalente ponderato A (LAeq) nei posti di lavoro, se questo supera i 70 dB(A). In caso contrario deve essere dichiarato il non superamento; in aggiunta al precedente anche il livello di potenza acustica (LWA) emesso dalla macchina, quando il livello di pressione acustica continuo equivalente ponderato A nei posti di lavoro supera gli 80 dB(A); valore massimo di pressione acustica istantanea ponderata C nelle postazioni di lavoro, se questo supera i 130 dB(C). Valutazione preventiva dei livelli di emissione di attrezzature, macchine e impianti corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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23 Misure di prevenzione e protezione - Se a seguito della valutazione dei rischi di cui all’art. 190 risulta che i valori superiori di azione sono oltrepassati, il datore di lavoro elabora ed applica un programma di misure tecniche e organizzative volte a ridurre l’esposizione al rumore, considerando le misure di cui al comma 1. -I luoghi di lavoro, dove i lavoratori possono essere esposti al rumore al di sopra dei valori superiori di azione, sono indicati da appositi segnali. Dette aree sono delimitate e l’accesso è limitato. - Nel caso in cui, data la natura dell’attività, il lavoratore benefici dell’utilizzo di utilizzo di locali di riposo, il rumore in questi locali è ridotto a un livello compatibile con il loro scopo e le loro condizioni di utilizzo. Interventi oltre gli 85 dB(A) e/o 137 dB(C) Articolo 192 corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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24 Uso dei dispositivi di protezione individuale Il datore di lavoro, nei casi in cui i rischi da rumore non possono essere evitati con le misure di prevenzione e protezione di cui all’art. 192, fornisce ai lavoratori i DPI-uditivi alle seguenti condizioni: a)li mette a disposizione al superamento dei VIA; b)ne obbliga l’utilizzo; c)sceglie i DPI-u che consentono di eliminare il rischio per l'udito o di ridurlo al minimo, previa consultazione dei lavoratori o dei loro rappresentanti; d)verifica l’efficacia dei dispositivi di protezione individuale dell'udito; ai fini di valutare l’efficienza dei DPI-u e il rispetto dei valori limite di esposizione Il datore di lavoro tiene conto dell'attenuazione prodotta dai dispositivi di protezione individuale dell'udito indossati dal lavoratore solo ai fini di valutare l’efficienza dei DPI-u e il rispetto dei valori limite di esposizione. I mezzi individuali di protezione dell’udito sono considerati adeguati ai fini delle presenti norme se, correttamente usati, rispettano le prestazioni richieste dalle normative tecniche. - Articolo 193 corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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25 RUMORE – VIBRAZIONI MECCANICHE – CAMPI ELETTROMAGNETICI - RADIAZIONI OTTICHE In nessun caso i lavoratori devono essere esposti a valori superiori ai valori limite di esposizione definiti nei capi II, III, IV e V “VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE” sono basati direttamente sugli effetti della salute accertati e su considerazioni biologiche; “VALORI DI AZIONE” sono parametri direttamente misurabili. Il rispetto di questi valori assicura il rispetto dei valori limite. rumore Capo II vibrazioni Capo III campi elettromagnetici Capo IV in vigore dal 31/10/2013 radiazioni ottiche artificiali Capo V in vigore dal 26/04/2010 radiazioni ionizzanti D.Lgs.230/95 corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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26 Ma di cosa parliamo? In fisica, la radiazione elettromagnetica è la forma di energia associata all'interazione elettromagnetica e responsabile della propagazione nello spazio-tempo del campo elettromagnetico sotto forma di onde elettromagnetiche (fenomeno ondulatorio dato dalla propagazione in fase del campo elettrico e del campo magnetico) Può propagarsi nel vuoto (a differenza delle onde meccaniche Rumore- Vibrazioni) in mezzi poco densi come l'atmosfera ed, entro certi limiti, in materiali più densi in funzione delle loro energia e dell'assorbimento del materiale (es. acqua) oppure in strutture guidanti come le guide d'onda. Campi Elettromagnetici e Radiazioni Ottiche Artificiali corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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27 Quale importanza? La radio e la televisione, i telefoni cellulari, i computer e il radar, il forno a microonde e le radiografie: gli utilizzi tecnologici della radiazione elettromagnetica sono estremamente diffusi. Le applicazioni possono essere divise in due macrofamiglie: nella prima le onde elettromagnetiche trasportano informazioni (radio, televisione), nella seconda trasportano energia (forno a microonde). Lo spettro elettromagnetico (EM) è l'insieme di tutte le possibili frequenze delle radiazioni elettromagnetiche. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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28 La frequenza è una grandezza che concerne fenomeni periodici o processi ripetitivi. Nel misurare la frequenza del suono, di onde elettromagnetiche (come le onde radio o la luce), di segnali elettrici oscillatori o di altre onde simili, la frequenza in hertz è il numero di cicli della forma d'onda ripetitiva per secondo La frequenza f ha una relazione di proporzionalità inversa con la grandezza lunghezza d'onda Parametri di riferimento velocità c dell'onda divisa per la lunghezza d'onda λ: f = c/λ corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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29 Effetti biologici delle radiazioni Per radiazioni ionizzanti si intendono le radiazioni elettromagnetiche di frequenza sufficientemente alta da essere in grado di ionizzare (rimozione o addizione di elettroni) gli atomi della sostanza esposta. Tali radiazioni sono capaci di modificare la struttura chimica delle sostanze su cui incidono e possono produrre effetti biologici a lungo termine sui viventi, interagendo con il DNA delle cellule Si designano come non ionizzanti quelle radiazioni elettromagnetiche non in grado di produrre ionizzazione nei materiali ad esse esposti. onde radio Un esempio di radiazioni non ionizzanti sono le onde radio. Si ritiene comunemente che le radiazioni non ionizzanti possano avere effetti sui viventi solo di natura termica, non possedendo quindi il potenziale mutageno e cancerogeno delle radiazioni ionizzanti corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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30 Effetti sulla salute Effetti diretti tre meccanismi di accoppiamento diretto: accoppiamento con i campi elettrici a bassa frequenza accoppiamento con i campi magnetici a bassa frequenza assorbimento di energia elettromagnetica Effetti indiretti due meccanismi di accoppiamento indiretto: correnti di contatto che si manifestano quando il corpo umano viene in contatto con un oggetto a diverso potenziale elettrico accoppiamento del campo elettromagnetico con dispositivi elettromedicali impiantati o portati dal soggetto esposto - stimolazione di nervi e muscoli; - riscaldamento di organi e tessuti. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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31 4. Macchine e attrezzature; USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO Il datore di lavoro deve provvedere affinché, per ogni attrezzatura di lavoro a disposizione, i lavoratori incaricati dispongano di ogni informazione ed istruzione d'uso necessaria in rapporto alla sicurezza. In che cosa consiste un’attrezzatura da lavoro? Si tratta di macchine, apparecchi, utensili e impianti utilizzati sul lavoro. L’ operatore è il lavoratore incaricato di intervenire per svariate ragioni su tale attrezzatura di lavoro o di utilizzarla per altri scopi. Attraverso il suo funzionamento, l’attrezzatura di lavoro può costituire un pericolo per lavoratori esposti all’interno di una zona pericolosa, i cui limiti dipendono dal tipo di rischi indotti dall’attrezzatura. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015 Le attrezzature di lavoro rappresentano gli elementi ausiliari indispensabili alla produzione dell’impresa; scelti intelligentemente, applicati correttamente, oggetto di una manutenzione regolare, contribuiranno a proteggere il lavoratore e migliorare le sue condizioni di lavoro.
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32 Acquistate nuove dopo il 31 dicembre 1992 devono essere state fabbricate in conformità delle esigenze espresse da tutte le direttive precedenti applicabili, ad es. la direttiva 89/392/CEE. Le attrezzature devono quindi essere munite del marchio CE attestante la loro conformità alle direttive comunitarie. Per quanto riguarda le attrezzature già operanti nell’impresa a tale data, il datore di lavoro è obbligato ad adeguare alle norme macchine, apparecchi, utensili e impianti. Prima di scegliere l’attrezzatura di lavoro da mettere a disposizione dei propri lavoratori, il datore di lavoro deve valutare le condizioni e caratteristiche specifiche e i rischi indotti dall’utilizzazione di tale attrezzatura. Tali rischi devono esser resi minimi o meglio completamente eliminati, se possibile. Allorché l’uso di una determinata attrezzatura di lavoro può presentare un rischio specifico, l’impiego di tale attrezzatura va riservata in qualsiasi circostanza (funzionamento normale, manutenzione, riparazione) a lavoratori in possesso di formazione e informazioni specifiche. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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33 1.Un’attrezzatura di lavoro non può essere utilizzata per operazioni o in condizioni non previste. 2.Deve essere dotata in modo chiaramente visibile di istruzioni e segnaletiche di sicurezza indispensabile. 3.Occorre prevedere un accesso in condizioni di sicurezza idonee a tutti i luoghi in cui è installata l’attrezzatura e dove possono rendersi necessari lavori di manutenzione o di riparazione. 4.In ogni caso le attrezzature di lavoro devono essere soggette ad una manutenzione regolare. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015 IN GENERALE:
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34 Elenco delle principali prescrizioni minime: Sistemi di comando a)Devono essere chiaramente visibili, identificati, equipaggiati di comando a distanza quando è possibile, lontani dalla zona pericolosa e provvisti di arresto di emergenza. b)L’avviamento dell’attrezzatura deve potersi effettuare soltanto come risultato di un’azione volontaria specifica. Una manovra inavvertita non deve comportare conseguenze pericolose. c)L’operatore deve disporre di una visuale libera sulla zona pericolosa e/o anticipare, con intervallo di tempo sufficiente, l’avviamento con un segnale prestabilito. d)Un arresto o un guasto ai sistemi di comando non deve comportare una situazione pericolosa. e)L’ ordine di arresto è prioritario rispetto agli ordini di avviamento. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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35 b) Dispositivi di sicurezza e di protezione : - Devono essere robusti, solidamente fissati, ma tuttavia studiati in modo da essere smontati facilmente per consentire l’accesso alla zona pericolosa o all’attrezzatura in caso di necessità e non dare origine a rischi supplementari. Devono proteggere contro le proiezioni, le emanazioni di gas, le cadute, i rischi di scoppio o di rottura, i rischi elettrici, ecc. Se del caso, le attrezzature di lavoro devono essere stabilizzate e occorre segnalare l’accesso alla zona pericolosa. c) L’illuminazione delle zone di lavoro e di manutenzione deve risultare sufficiente in funzione dei lavori da effettuare in tali siti. d) Dispositivi d’allarme: - Devono essere percettibili senza difficoltà (superare il rumore ambientale quando si tratta di un segnale sonoro) e non vi devono essere ostacoli all’interpretazione immediata di tali segnali da parte dei lavoratori. e) Manutenzione: - Deve essere effettuata sull’attrezzatura NON in movimento. Qualora non sia possibile vanno adottate misure di protezione idonee. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP e degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015 36 f) - Formazione ed informazione dei lavoratori : I lavoratori devono ricevere una formazione adeguata alle mansioni assegnate dal datore di lavoro. Le informazioni e le istruzioni dovranno riguardare le condizioni di utilizzazione normali delle attrezzature, le situazioni anormali prevedibili e il comportamento dell’attrezzatura in funzionamento normale o in caso di incidenti. g) - Consultazione e partecipazione dei lavoratori Si tratta di mettere a disposizione di tutti I’esperienza acquisita dai lavoratori. Informati e formati correttamente, contribuiscono a migliorare il livello generale di sicurezza e di salute dell’impresa fornendo utili consigli al datore di lavoro. La consultazione dei lavoratori può essere diretta o realizzarsi con l’intermediazione dei rappresentanti del personale. I rapporti mutui fra i lavoratori e con il datore di lavoro, consentendo una più facile comprensione della dimensione della sicurezza e della salute sul lavoro.
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Responsabilità del costruttore I costruttori, che immettono le macchine sul mercato europeo, devono adeguarsi alle disposizioni previste dalla Direttiva Macchine. Per “immissione sul mercato” si intende anche il caso di un’azienda che fornisce un macchinario a se stessa, per costruire o modificare macchine per proprio uso personale, o ancora l’importazione di macchine nell’ambito della Comunità Europea. Responsabilità dell’utilizzatore Dichiarazione di Conformità garantire la conformità Spetta agli utilizzatori accertarsi che le nuove macchine acquistate abbiano la marcatura CE e siano accompagnate dalla Dichiarazione di Conformità alla Direttiva. Le macchine devono essere utilizzate secondo le istruzioni del fabbricante. Quelle in esercizio prima dell’entrata in vigore della Direttiva Macchine sono tenute a garantire la conformità alle regolamentazioni della Direttiva sull’Uso delle Attrezzature di Lavoro (Direttiva Sociale). corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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5. Rischio elettrico Dal punto di vista infortunistico, e dunque delle conseguenze derivanti da incidenti di natura elettrica, le principali tipologie possono essere ricondotte a: -incendio, dovuto alla contemporanea presenza di materiale infiammabile e fenomeni elettrici (archi, scintille, punti caldi superficiali) atti ad innescare l’incendio; - esplosione, dovuta alla contemporanea coesistenza di atmosfera pericolosa (presenza di sostanza miscela gas, vapore o polvere potenzialmente esplosivi) e fenomeni elettrici (archi, scintille, punti caldi superficiali) atti ad innescare l’esplosione. - elettrocuzione, dovuta al passaggio di corrente nel corpo umano, per contatto diretto o indiretto. 3. RISCHIO INFORTUNI corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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39 Incendi di origine elettrica: Sovracorrenti nei cavi : Sovraccarichi: Circuiti sani. Cause: - Errato dimensionamento dei cavi; - Condizioni di funzionamento diverse da quelle di progetto. Conseguenze: Effetti termici. Corto circuiti: Contatto tra due parti a tensione differente (guasto). Cause: Rotture meccaniche, invecchiamento dell’isolante, interposizione di solidi o liquidi … Conseguenze:Effetti termici e elettrodinamici Dispersioni e correnti di guasto verso terra: Cause: Guasti o riduzioni dell’isolamento (es. umidità, inquinamento superficiale) Dinamica: - Surriscaldamenti localizzati - Corrente insufficiente all’intervento delle protezioni Conseguenze: Effetti termici corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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40 Cattivi contatti Cause: Connessioni difettose o allentate Dinamica: - Surriscaldamenti localizzati - Corrente insufficiente all’intervento delle protezioni Conseguenze: Effetti termici. Archi elettrici: Passaggio di corrente attraverso canali di particelle ionizzate (scarica) per effetti termici o per effetto della tensione. L’isolamento deve esser correttamente dimensionato per la tensione nominale e le condizioni di installazione. Cause dell’arco: sovratensioni, riduzione delle distanze, riduzione delle proprietà isolanti. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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41 Effetti corrente nel corpo umano Il corpo umano è un conduttore di elettricità, che presenta una resistenza elettrica variabile da persona a persona e dalle condizioni ambientali. Se il corpo umano viene attraversato da corrente elettrica si possono verificare i seguenti fenomeni: –Tetanizzazione - consiste nella contrazione dei muscoli del corpo quando non permette il rilascio delle parti in tensione con cui si è venuto a contatto. Il mancato rilascio inoltre consente alla corrente elettrica di continuare ad attraversare il corpo umano. Il valore minimo della corrente per cui accade la tetanizzazione e il mancato rilascio delle parti in tensione è detta “ corrente di rilascio”; –arresto della respirazione - consistente nella tetanizzazione dei muscoli respiratori. Il perdurare di tale tetanizzazione può condurre alla morte per asfissia; corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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42 - Fibrillazione ventricolare, dovuta alla interferenza della corrente elettrica con la normale attività elettrica del cuore che da luogo ad una contrazione irregolare dei ventricoli che conduce nella maggior parte dei casi all’arresto cardiaco. Infatti la fibrillazione ventricolare è considerato un fenomeno quasi irreversibile, poichè quando si innesca il cuore non ritorna a funzionare spontaneamente, salvo con l’applicazione di un defibrillatore di difficile reperibilità in tempo utile (generalmente 10 – 15 minuti). corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015 Altri effetti derivanti dall’elettrocuzione sono quelli di tipo termico, come bruciature ed ustioni (generalmente profonde) che vanno spesso a sommarsi agli effetti precedenti
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43 La dinamica dell’elettrocuzione dipende da molti fattori, quali la resistenza elettrica del corpo, le condizioni della pelle, la durata del contatto, la superficie interessata al contatto. La pericolosità della corrente oltre che dalla sua intensità (che a parità di tensione dipende dalla resistenza del corpo umano), dipende anche dalla durata del contatto, cioè dall’intervallo di tempo in cui la corrente agisce sul corpo umano. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015 L'elettrocuzione avviene mediante contatto con parti in tensione.
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44 I contatti possono essere di due tipi: contatti diretti, con parti normalmente in tensione (quali morsetti, prese, conduttori scoperti, etc); contatti indiretti, con parti che non sono normalmente in tensione (masse metalliche, involucri, carcasse, etc) ma che per effetto di anomalie quali cadute di isolamento, guasti, si trovano ad essere in tensione. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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45 Comportamenti in emergenza Cosa fare in caso di... FOLGORAZIONE 1. Staccare immediatamente la corrente agendo sull'interruttore centrale e non toccare assolutamente l'infortunato, prima di questa manovra. In caso contrario, anche il corpo del soccorritore si trasforma in un mezzo di conduzione per l'elettricità, innescando un meccanismo a catena per cui anziché soccorritore si diventa vittima. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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46 2.Se l'interruttore è molto lontano e se il suo spegnimento implica una forte perdita di tempo, staccare la spina e allontanare l'infortunato dalla fonte elettrica usando un bastone, una sedia o il manico di una scopa. L'importante è che il mezzo prescelto sia di legno, materiale che non fa da conduttore e che consente al soccorritore di rimanere isolato e quindi di non subire danni. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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47 3. Valutare lo stato di coscienza dell'infortunato, chiamandolo ad alta voce e scuotendolo leggermente. Se questo è cosciente va portato al Pronto Soccorso per valutare gli eventuali danni cardiaci e per trattare l'ustione: questa non va infatti assolutamente affrontata. Se l'infortunato è incosciente, occorre chiamare il 118 definendo chiaramente la serietà della situazione: viene inviata un'ambulanza dotata di tutti gli strumenti necessari. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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48 4. Stendere a terra la vittima con la schiena poggiata al terreno, il capo, il tronco e gli arti allineati. 5. Garantire il passaggio dell'aria sollevando con due dita il mento dell'infortunato e spingendogli indietro la testa con l'altra mano: la perdita di coscienza determina un rilassamento totale dei muscoli compresi quelli della mandibola. La lingua può cadere all'indietro e ostruire le vie della respirazione. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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49 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE Contatti diretti e indiretti CONTATTO DIRETTO - con parti attive (parte conduttrice di un impianto elettrico normalmente in tensione durante il funzionamento). CONTATTO INDIRETTO - con una massa o con una parte conduttrice connessa ad un cedimento dell’isolamento. ISOLAMENTO FUNZIONALE: ha lo scopo di far funzionare l’apparecchio o l’impianto. ISOLAMENTO PRINCIPALE: realizzato per proteggere dalla folgorazione. ISOLAMENTO SUPPLEMENTARE: si aggiunge all’isolamento principale per garantire la protezione dai contatti elettrici anche in caso di cedimento dell’isolamento principale. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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50 PROTEZIONI CONTRO I CONTATTI DIRETTI PROTEZIONI PASSIVE PROTEZIONI PASSIVE PROTEZIONI ATTIVE ADDIZIONALI PROTEZIONI ATTIVE ADDIZIONALI MISURE DI PROTEZIONE TOTALE MISURE DI PROTEZIONE TOTALE MISURE DI PROTEZIONE PARZIALE MISURE DI PROTEZIONE PARZIALE ISOLAMENTO DELLE PARTI ATTIVE ISOLAMENTO DELLE PARTI ATTIVE INVOLUCRI E BARRIERE INVOLUCRI E BARRIERE OSTACOLI DISTANZIAMENTI INTERRUTTORI DIFFERENZIALI INTERRUTTORI DIFFERENZIALI corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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51 PROTEZIONI PASSIVE: MISURE DI PROTEZIONI TOTALI Isolamento delle parti attive. Le parti che sono normalmente in tensione devono essere ricoperte completamente da un isolamento non rimovibile, se non per distruzione dello stesso. L’isolamento deve resistere agli sforzi meccanici, elettrici e termici che possono manifestarsi durante il funzionamento. Protezione con involucri e barriere -Vi sono parti attive che, per la funzione da svolgere, devono essere accessibili e dunque non possono essere isolate in modo completo (ad es. i morsetti ). –In tal caso la protezione può essere effettuata mediante involucri e barriere. Per “involucro” si intende un “elemento costruttivo tale da impedire il contatto diretto in ogni direzione”; la “barriera” è un “elemento costruttivo tale da impedire il contatto diretto nella direzione abituale di accesso.” corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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52 PROTEZIONI PASSIVE: PROTEZIONI PARZIALI Ostacoli. –Devono impedire, oltre all’avvicinamento non intenzionale a parti attive, anche il contatto casuale con esse durante i lavori sotto tensione o di manutenzione. –Nei luoghi accessibili al personale addestrato devono essere rispettate distanze minime per i passaggi tra ostacoli, organi di comando e pareti (tali distanze sono riportate nella norma 64-8 /4). Distanziamenti –La norma CEI 64.8 prescrive che il “distanziamento” delle “parti simultaneamente accessibili” deve essere tale che esse non risultino a “portata di mano”. Per parti “simultaneamente accessibili” si intendono quelle parti che possono essere toccate simultaneamente da una persona. –Si ritengono simultaneamente accessibili quelle parti che distano fra loro non più di 2,5 m. in verticale e di 2 m. in orizzontale corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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53 PROTEZIONI ATTIVE ADDIZIONALI: CONTATTI INDIRETTI Le misure di protezione contro i contatti indiretti sono prevalentemente di tipo attivo. Le protezioni hanno la funzione di interrompere il circuito in caso di guasto, impedendo ad eventuali tensioni pericolose, che possono venire a crearsi, di persistere per un tempo sufficiente a provocare effetti fisiologici pericolosi. Il sistema di protezione più utilizzato per gli impianti di distribuzione è quello coordinato dell’impianto di terra e degli interruttori differenziali. L’efficacia del sistema di protezione dai contatti indiretti è legato al corretto coordinamento tra impianto di terra e interruttori differenziali. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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54 CONTATTI INDIRETTI: IMPIANTO DI TERRA Nel sistema di protezione contro i contatti indiretti la funzione dell’impianto di terra è quella di convogliare verso terra la corrente di guasto, provocando l’intervento delle protezioni ed evitando così il permanere di tensioni pericolose sulle masse. Il principio base di un impianto di terra è quello della equipotenzialità. L’impianto di terra ha la funzione di rendere quanto più possibile equipotenziale l’ambiente, riducendo al massimo le differenze di potenziale fra masse, masse estranee e terreno. Gli impianti di terra sono soggetti a prescrizioni di legge (DPR 547/55) e alla normativa tecnica (CEI 64-8 e 64-12). corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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55 6. Rischio di incendio misure di prevenzione e protezione ai sensi del D.Lgs. 626/94 e sue successive modifiche Conoscenze di Base Prevenzione incendi Emergenza antincendio Segnaletica di sicurezza 5. RISCHIO INCENDIO corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP e degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015 56 PERICOLO D’INCENDIO POTENZIALE Proprietà o qualità intrinseca di determinati materiali o attrezzature, oppure di metodologie e pratiche di lavoro o di utilizzo di un ambiente di lavoro, che presentano il POTENZIALE di causare un incendio RISCHIO D’INCENDIO Probabilità Probabilità che sia raggiunto il livello POTENZIALE di accadimento di un incendio e che si verifichino conseguenze dell’incendio sulle persone presenti – D.M. 10/03/1998 – All. I Art.1.2 VALUTAZIONE DEL RISCHIO D’INCENDIO Procedimento di valutazione dei rischi di incendio in un luogo di lavoro, derivante dalle circostanze del verificarsi di un pericolo di incendio TESTO UNICO IN MATERIA DI PREVENZIONE INCENDI - Aprile 2014
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57 Conoscenze di Base Il triangolo del fuoco Le condizioni necessarie per la combustione sono: 1.presenza di comburente; 2.presenza di combustibile: 3.presenza di sorgente di calore Solo con la contemporanea presenza di questi tre elementi si può avere un incendio. Per ottenere lo spegnimento è sufficiente eliminarne uno. O2O2 corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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58 Combustibile + Comburente + Innesco = Fuoco LE CONDIZIONI Temperatura di infiammabilità Temperatura di accensione Temperatura di combustione SOLIDI COMBUSTIBILI LIQUIDI GAS corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015 O2
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59 Parametri della combustione LA COMBUSTIONE è caratterizzata da numerosi parametri fisici e chimici, i principali dei quali sono i seguenti: Temperatura di accensione E’ la minima temperatura alla quale la miscela combustibile - comburente inizia a bruciare spontaneamente in modo continuo senza apporto di calore o di energia dall’esterno. sostanzeTemperatura di accensione acetone540 °C Benzina250 °C Gasolio220 °C alcol230 °C carta230 °C Legno220 °C metano537 °C Temperatura di combustione E’ il più elevato valore di temperatura che è possibile raggiungere nei prodotti di combustione di una sostanza. sostanzeTemperatura di combustione idrogeno2205 °C metano2050 °C petrolio1800 °C corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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60 Classi di fuoco Gli incendi vengono distinti in quattro classi principali (A,B,C,D), secondo lo stato fisico dei materiali combustibili, con una ulteriore categoria che tiene conto delle particolari caratteristiche degli incendi di natura elettrica e degli incendi di oli e grassi vegetali o animali. FORMAZIONI DI BRACI Carta Legna Trucioli Stoffa Rifiuti Paglia Stracci unti Mat. plastiche Tutto quanto forma brace LIQUIDI INFIAMMABILI Benzina Alcool Olii minerali Vernici Petroli Alcoli, ecc. GAS INFIAMMABILI Metano Acetilene Propano Idrogeno Etilene, ecc. METALLI LEGGERI Magnesio Potassio Sodio IMPIANTI ED ATTREZZATURE ELETTRICHE SOTTO TENSIONE Trasformatori Motori Interruttori ecc. EF APPARECCHI DI COTTURA Cucine Stabilimenti alimentari Friggitorie ecc. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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61 Principali effetti dell’incendio sull’uomo: anossia ( difficoltà o impossibilità di utilizzare l'ossigeno presente nei tessuti, da parte di un organismo ); azione tossica dei fumi; riduzione della visibilità; azione termica. Essi sono determinati dai prodotti della combustione: gas di combustione (ossido di carbonio, anidride carbonica, idrogeno solforato, anidride solforosa, ecc.); fiamma; calore; fumo. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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62 EFFETTI DEL FUMO Il fumo si produce essenzialmente perché la combustione avviene in carenza di ossigeno o perché sono presenti forti quantità di umidità nel combustibile che brucia. Il fumo è la causa principale della riduzione della visibilità, dell'insorgere del panico e dello stato confusionale nelle persone coinvolte nell'incendio. Il fumo occulta la segnaletica e ritarda l'uscita del personale aumentando così il rischio di asfissia. Il fumo ostacola le operazioni di salvataggio delle persone, la localizzazione dei focolai, impedendo di fatto l’estinzione dell'incendio. Il fumo è costituito in ogni caso da gas asfissianti e tossici. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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63 Azioni di spegnimento Separazione, ossia allontanamento del combustibile; Soffocamento, ossia eliminazione del contatto tra comburente e combustibile o la riduzione della concentrazione del comburente; Raffreddamento, ossia riduzione della temperatura del focolaio al di sotto del valore di accensione. Inibizione della reazione chimica, ossia aggiunta di apposite sostanze in grado di arrestare le reazioni a catena che avvengono durante la combustione. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015 Azione esercitata da un catalizzatore sulla velocità di una reazione, accelerandola o ritardandola
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64 Agenti estinguenti L’estinzione ha l’obbiettivo di interrompere la reazione chimica di combustione. Le azioni di separazione, soffocamento, raffreddamento e inibizione chimica (catalisi negativa - quando la reazione è ritardata ), vengono ottenute singolarmente o contemporaneamente mediante l’uso degli agenti estinguenti, che vanno scelti in funzione della natura del combustibile e delle dimensioni del fuoco. Agenti estinguenti Acqua Schiuma Polvere Chimica Gas inerte Halon corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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65 Azione degli estinguenti corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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66 Prevenzione incendi: obiettivi Ridurre le occasioni di incendio (prevenire l’incendio); Garantire la capacità portante dell’edificio per un periodo di tempo determinato; Limitare la propagazione del fuoco e dei fumi all’interno dell’edificio; Limitare la propagazione del fuoco ad edifici vicini; Consentire agli occupanti di lasciare l’edificio indenni o di essere facilmente soccorsi; Consentire la sicurezza delle squadre di soccorso. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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67 Il miglior PROGETTO di sicurezza può essere vanificato da chi lavora nell’ambiente, se non vengono applicate e tenute nella giusta considerazione le MISURE PRECAUZIONALI DI ESERCIZIO. PREVENZIONE INCENDI La sicurezza contro gli incendi si può perseguire con 1. - MISURE PREVENTIVE A) Misure di tipo tecnico: realizzazione di impianti elettrici realizzati a regola d'arte; messa a terra di impianti, strutture e masse metalliche; realizzazione di impianti di protezione contro le scariche atmosferiche conformemente alle regole dell'arte; ventilazione degli ambienti in presenza di vapori, gas o polveri infiammabili; B) Misure di tipo organizzativo-gestionale: rispetto dell'ordine e della pulizia; controlli sulle misure di sicurezza adottate; rispetto delle norme di esercizio e dei divieti, limitazioni, ecc. informazione e formazione della Squadra di Emergenza. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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68 2. - MISURE PROTETTIVE 1. estintori; 2. rete idrica antincendi: Idranti; Naspi; 3. impianti di rivelazione automatica d’incendio; 4. impianti di spegnimento automatici; 5. dispositivi di segnalazione e d’allarme, segnaletica di sicurezza; 6. illuminazione di emergenza ed alimentazione elettrica di sicurezza; 7. evacuatori di fumo e calore; 8. Squadra di Emergenza 9. barriere antincendio: - isolamento dell’edificio, - distanze di sicurezza; - muri tagliafuoco, schermi, ecc.; 10. strutture con caratteristiche di resistenza al fuoco commisurate ai carichi d’incendio; 11. materiali classificati per la reazione al fuoco; 12. sistemi di aerazione permanente; 13. sistemi organizzati delle vie di uscita. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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69 Gli estintori, che costituiscono i mezzi estinguenti più usati per il primo intervento su di un incendio, si suddividono in portatili e carrellati. I tipi di estintori di più comune uso sono quelli a polvere e quelli ad anidride carbonica, in quanto sono indicati per quasi tutti i tipi d’incendio. Protezione attiva: estintori Su ogni estintore deve essere applicata un’etichetta raffigurante i simboli delle classi d’incendio per cui l’estintore è predisposto. - L’etichetta deve contenere inoltre chiare e semplici istruzioni per l’uso, precisazioni sulle condizioni d’utilizzo, eventuale contrassegno distintivo a non intervenire su apparecchiature elettriche in tensione, i nomi della ditta manutentrice. - Per norma gli estintori devono essere rossi; - qualora l’agente estinguente sia un gas compresso, la parte superiore dell’estintore deve essere verniciata nel colore distintivo del gas (es. grigio nel caso di CO 2 ). corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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70 Protezione passiva: Rivelazione e allarme - Impianti di spegnimento automatico Impianto di rivelazione può essere definito come un insieme di apparecchiature fisse utilizzate per rilevare e segnalare un principio d’incendio, sono: corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015 NORMATIVA DI RIFERIMENTO: DM 20-12-2012 (GU n.3 del 4-1-2013) Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro gli incendi installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi gli impianti di rivelazione incendio e segnalazione allarme incendio; gli impianti di estinzione o controllo dell'incendio, di tipo automatico o manuale; reti di idranti; impianti automatici a pioggia, tipo SPRINKLER. gli impianti di controllo del fumo e del calore;
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71 7. Atmosfere esplosive Cosa si intende per atmosfera esplosiva ? E’ una miscela, in aria a condizioni atmosferiche, di sostanze infiammabili allo stato gassoso vapori, nebbie o polveri, in cui dopo accensione la combustione si propaga nell’insieme della miscela incombusta; Si tratta di un processo chimico esotermico; Quando tale reazione avviene in uno spazio confinato, in cui l’atmosfera è interamente o in gran parte esplosiva, essa provoca un aumento rilevante e tempestivo della pressione, della temperatura o di entrambe simultaneamente corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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72 I SETTORI INTERESSATI Verniciatura; Agricoltura; Ind. Legno; Ind. Alimentare; Ind. Metallurgica; Ind. Farmaceutica; Ind. Chimica; Discariche; Smaltimento. REGOLE GENERALI PER GLI IMPIANTI ELETTRICI I requisiti di sicurezza degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (vapori o nebbie) sono stabiliti dalla norma EN 60079-14 (CEI 31- 33) per i diversi tipi di zone (0, 1 e 2). Ad esclusione degli impianti elettrici di: - miniere grisoutose; - locali ad uso medico; - luoghi dove il pericolo è dovuto a polveri o fibre combustibili corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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73 Quando può avvenire una esplosione ? Per avere un’esplosione, il combustibile (gas, vapori, nebbia infiammabili o polveri combustibili) ed il comburente devono trovarsi in particolari condizioni : - La sostanza o combustibile è infiammabile; -La sostanza ha un giusto grado di dispersione; -La concentrazione della sostanza in aria è compresa tra i limiti LEL e UEL (Limiti di esplodibilità: estremi di concentrazione in aria di una sostanza alla pressione di 10³Pa e alla temperatura di 15 °C al di sotto e al di sopra dei quali la miscela non è infiammabile); -Sia raggiunto il punto di infiammabilità: temperatura minima alla quale, in condizioni specifiche, un liquido rilascia una quantità sufficiente di gas o vapore combustibile in grado di accendersi all’applicazione di una sorgente di accensione efficace. -L’atmosfera esplosiva è significativa e supportata dal comburente; -E’ presente una sorgente di innesco con energia minima di innesco sufficiente Se manca una delle condizioni elencate da 1 a 5 non si possono formare atmosfere esplosive. Se manca la condizione 6 l’esplosione non può avvenire. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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74 Esempi di possibili cause di innesco: Fiamme o gas caldi; Materiali incandescenti; Superfici calde; Saldatura e taglio; Scintille elettriche; Elettricità statica; Onde elettromagnetiche e radiofrequenza; corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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75 PREVENZIONE E PROTEZIONE Per poter prevenire un possibile rischio di esplosione si deve fare in modo che non coesistono nello spazio e nel tempo le condizioni precedentemente illustrate. Tale prevenzione consiste nella: A)Classificazione dei luoghi; B) Scelta ed installazione di impianti e prodotti con adeguati requisiti. I requisiti di sicurezza contro le esplosioni sono stabiliti in disposizioni legislative e in norme tecniche emanate a livello europeo dalle DIRETTIVE ATEX La sigla ATEX significa: “ Atmosfera Esplosiva ” Le norme comunitarie in materia di prodotti e luoghi di lavoro con pericolo di esplosione sono: La Direttiva 94/9/CE Recepita con D.P.R. 126/98 riguarda le (apparecchiature) La Direttiva 99/92/CE Recepita con D. Lgs 233/03 è ora riportata al Capo XI del D. Lgs 81/08. Questa Direttiva prescrive le misure per la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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76 Direttiva 99/92/CE Questa direttiva impone al Datore di Lavoro di effettuare una valutazione del RISCHIO di ESPLOSIONE, considerando gli ambienti nei quali si può verificare l’atmosfera esplosiva, oltre alla ripartizione in zone delle aree in cui possono formarsi le atmosfere esplosive e l’adozione di tutte le misure tecniche ed organizzative necessarie finalizzate ad evitare la formazione e l’ignizione di un’atmosfera esplosiva e a ridurre al massimo gli effetti di un’esplosione. Tale direttiva si applica dal 1° Luglio 2003 in tutti i luoghi di lavoro e dalla stessa data è in vigore anche la direttiva 94/9/CE relativa alla certificazione dei prodotti destinati ai luoghi con atmosfera potenzialmente esplosiva. Pertanto il Datore di Lavoro deve: 1.Classificare le aree in cui possono essere presenti atmosfere esplosive (per gas o polveri); 2.Valutare l’adeguatezza delle apparecchiature, degli impianti di processo e controllo; 3.Provvedere ad elaborare e a tenere aggiornato il Documento sulla protezione contro le esplosioni; 4.Valutare l’adeguatezza delle procedure operative di lavoro e manutenzione. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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8. Videoterminali (V.D.T.) La gestione della sicurezza al videoterminale si articola nei seguenti momenti: 1. intervento sull'ambiente, le attrezzature, gli arredi; 2. adeguamenti organizzativi, ossia l'articolazione dei tempi di lavoro e di riposo; 3. sorveglianza sanitaria; 4. informazione e formazione del personale. 1. RISCHI CONNESSI ALL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO: affaticamento fisico ; fattori ergonomici 2. RISCHIO FISICO: rumore; radiazioni; illuminazione 3. RISCHIO INFORTUNI: rischio elettrico 5. RISCHIO INCENDIO corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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78 IL POSTO DI LAVORO Al momento della progettazione del posto di lavoro, la collocazione delle attrezzature (video, tastiera, foglio, stampante), la dimensione degli spazi e le caratteristiche degli arredi dovranno essere scelte in funzione del tipo di attività prevista. Essa si distingue essenzialmente in: interattiva con lavoro prevalentemente al video; di trasferimento dati da documento; mista. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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79 L'operatore deve assestare la propria postura comodamente regolando i vari elementi del posto di lavoro: - il tronco deve essere in posizione tendenzialmente eretta, con appoggio del tratto lombare allo schienale per ridurre la compressione dei dischi intervertebrali; - gli angoli "braccio-avambraccio" e "coscia-gamba" devono essere di circa 90° (retti) per ridurre al minimo l'affaticamento muscolare e permettere una buona circolazione periferica; LA POSTURA corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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80 corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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81 LA POSTURA - l'angolo "tronco-coscia" deve essere all'incirca di 100° per garantire una adeguata distribuzione dei carichi sull'apparato osteoarticolare ed impedire dannose compressioni pelvico-addominali; - il bordo superiore dello schermo deve essere posto all'altezza degli occhi, o al di sotto di essa, e a una distanza compresa tra i 50 e 70 cm, per evitare l'affaticamento della muscolatura oculare e contratture dei muscoli del collo; - la tastiera deve essere disposta in modo tale da permettere l'appoggio degli avambracci (a 15 cm circa dal bordo del tavolo) per evitare contratture muscolari. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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82 IL PIANO DI LAVORO - II tavolo, preferibilmente con bordi arrotondati, deve avere dimensioni adatte a garantire la comoda disposizione delle attrezzature di lavoro, con possibilità di collegamento ad altri moduli utili; - l'altezza e la profondità del tavolo devono lasciare adeguato spazio per le gambe dell'operatore e consentire comodi aggiustamenti posturali; per tener conto delle variabili antropometriche degli operatori, si deve intervenire sull'altezza del piano di lavoro (meglio se regolabile) o sull'altezza dell'insieme "piano del sedile e appoggio dei piedi". corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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83 - la superficie del tavolo deve essere di colore neutro e opaca in modo da evitare abbagliamenti e riflessi fastidiosi; - la tastiera deve essere separata dal video, mobile, inclinabile, con i tasti in materiale opaco e con caratteri leggibili; - il video deve essere orientabile e inclinabile, con lo schermo antiriflettente con luminosità e contrasto regolabili, con l'immagine stabile, i caratteri definiti e leggibili; - per il lavoro di videoscrittura è necessaria la dotazione di un porta documenti regolabile in altezza e in inclinazione. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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84 IL SEDILE: - deve essere mobile con rotelle in modo da consentire l'accesso alle diverse attrezzature del posto di lavoro e facilitare l'aggiustamento posturale; - la stabilità del sedile deve essere garantita da una base sufficientemente ampia, con cinque razze, tale da impedire ribaltamenti accidentali; - il piano del sedile deve essere di dimensioni idonee, di materiale lavabile e che non ostacoli la traspirazione, con i bordi arrotondati, con imbottitura semirigida, e superficie piana per permettere una corretta distribuzione dei pesi del tronco; corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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85 - l'altezza del piano sedile deve essere regolabile tramite comandi facilmente accessibili e azionabili; - lo schienale, con le stesse caratteristiche costruttive del sedile e anatomicamente conformato, deve essere agevolmente regolabile in altezza ed in inclinazione, in modo da permettere un comodo appoggio del tratto lombare della colonna; - i braccioli, se presenti, non devono impedire l'accesso al piano di lavoro e devono essere del tipo chiuso per impedire l'impigliamento; - un poggiapiedi inclinato, meglio se regolabile in altezza e antisdrucciolo, va messo a disposizione su richiesta dell'operatore. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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86 Schienale con doppia regolazione: - in altezza, centro del supporto lombare tra 17 e 26 cm; - in inclinazione, da 90° a 110°; - lunghezza sedile 38-44 cm; - larghezza sedile 40-45 cm; - regolabile in altezza 38-54 cm; - b ase a 5 razze con rotelle. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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87 L’ILLUMINAZIONE L'installazione dei posti di lavoro dove si utilizzano videoterminali deve tenere conto dell’illuminazione naturale (finestre o altro); i sistemi di illuminazione artificiale andranno collocati in relazione all'attività prevista e in modo tale da evitare riflessi e contrasti fastidiosi. In particolare andranno osservati i seguenti criteri: - né davanti né dietro allo schermo video ci devono essere delle finestre, o fonti di luce artificiale non schermata; - la direzione dello sguardo operatore - schermo deve trovarsi parallela alle finestre; corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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88 - i VDT devono essere disposti il più lontano possibile dalle finestre; - tutte le finestre devono avere tende interne orientabili di colore neutro; - l'illuminazione artificiale generale deve essere schermata e disposta a file parallele alle finestre; l'illuminazione localizzata con lampade da tavolo deve permettere la regolazione dell'intensità; - le pareti, i pavimenti, i soffitti e le porte, come il piano di lavoro, devono essere opachi e di colore chiaro neutro. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP e degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015 89 Sbagliato: le finestre si riflettono nello schermo video. Sbagliato: finestra nel campo visivo, elevate differenze di intensità luminosa. Giusto: differenza equilibrata dell'intensità luminosa: si verifica quando nella zona di riflessione dello schermo video non esistono superfici luminose.
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90 RUMORI Nell'ambiente di lavoro dove si utilizzano Videoterminali difficilmente i livelli di intensità sonora sono tali da provocare un danno all'apparato uditivo, tuttavia possono risultare fastidiosi per un'attività che può richiedere anche un'elevata concentrazione mentale e in particolare non devono perturbare l'attenzione e la comunicazione verbale. In particolare si consigliano le seguenti misure preventive: - installare i VDT in locali poco disturbati da fonti di rumore esterno e interno; - scegliere strumentazione poco rumorosa; - isolare gli strumenti rumorosi in ambienti separati o con dispositivi fonoisolanti; - negli uffici "open space" può essere utile ricorrere a pannelli divisori fonoassorbenti. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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91 IL MICROCLIMA E' preferibile che le condizioni microclimatiche siano controllate tramite un impianto di condizionamento che assicuri situazioni di confort sia nella stagione estiva che invernale: - la temperatura, nella stagione calda, non dovrebbe essere inferiore a quella esterna di oltre 7 °C; nelle altre stagioni, dovrebbe essere compresa tra 18/20°C; - l'umidità va mantenuta fra il 40 e il 60% nella stagione calda e fra il 40 e il 50°/o nelle altre stagioni; va evitata l'eccessiva secchezza dell'aria che favorisce l'irritazione delle mucose congiuntivali e dell'apparato respiratorio; corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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92 - la velocità dell'aria deve essere inferiore a 0,15 m/sec; - il ricambio dell'aria deve garantire almeno 32 mc per persona e per ora, in assenza di fumatori. LE RADIAZIONI radiazioni ionizzanti: - raggi X; radiazioni non ionizzanti N.I.R.: - radiazioni ultraviolette UV; - radiazioni infrarosse IR; - radiofrequenze RF (1,5 KHz - 1420 MHz); - campi elettromagnetici a bassa frequenza VLF * (15 - 25 Khz); - campi elettromagnetici a frequenza estremamente bassa ELF * (50 - 60 Hz); - campi elettrostatici. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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93 distanza di 50 cm Si deve ricordare che i campi elettromagnetici sono generati anche da altre sorgenti presenti nell'ambiente lavorativo (macchine da scrivere elettriche, fotocopiatrici, ventilatori, climatizzatori ecc.) e domestico ( apparecchi TV, frigorifero, aspirapolvere, asciugacapelli, frullatore, ecc.) ; alla distanza di 50 cm dai più moderni monitor si sono riscontrati valori medi di campo magnetico attorno allo 0.06 microT, ben al di sotto del limite d'azione (1 microT). I maggiori produttori di VDT garantiscono con marchi o attestati il rispetto dei limiti raccomandati. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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94 LE PAUSE II lavoratore addetto in modo continuativo ai videoterminali ha diritto ad una interruzione della sua attività mediante pause ovvero cambiamento di attività. Viene stabilito un tempo minimo, ossia una pausa di 15 minuti ogni 2 ore. Condizioni migliorative potranno essere stabilite dalla contrattazione collettiva, anche aziendale. Per alcuni soggetti con problemi, il Medico Competente potrà dare prescrizioni aggiuntive sulle modalità e sulla durata delle interruzioni. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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95 Problemi indotti dal lavoro continuativo al Videoterminale sono i disturbi alla colonna vertebrale, alle spalle e alle braccia, che possono essere prevenuti con adatti esercizi. Gli esercizi proposti vanno eseguiti in condizioni di assenza di dolore nelle regioni interessate; se durante l'esecuzione ne dovesse comparire, si consiglia una valutazione medica. Alcuni esercizi sono da fare da seduti, altri in piedi. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015 Per acquisire una buona posizione di partenza per gli esercizi da seduto: rilasciare del tutto la colonna e poi raddrizzarla lentamente inarcando il più possibile la schiena; ripetere per 5 volte.
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96 STIRAMENTO DEI MUSCOLI DEL COLLO Esercizio n. 1: Intrecciare le dita sulla testa e tirare lentamente il capo in basso; compiere alcuni atti respiratori, lasciando uscire a fondo l'aria. Ripetere più volte, fino a sentir calare la tensione dietro. Esercizio n. 2: Piegare il collo da un lato continuando a guardare diritto davanti (non alzare la spalla). L'esercizio è più efficace se ci si aiuta con la mano. Compiere alcuni atti respiratori, rilasciando l'altra spalla. Esercizio n. 3: Ritrarre il mento continuando a guardare diritto davanti a te; compiere alcuni atti respiratori, poi ritornare nella posizione di partenza. Ci si può aiutare guidando il mento con la mano. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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97 MOBILIZZAZIONE DELLE SPALLE Esercizio n. 4: Allargare le braccia e descrivere 10 piccoli cerchi con le mani, in entrambe le direzioni. Portare le braccia in alto e fare altri 10 piccoli cerchi, sempre in entrambe le direzioni. Esercizio n. 5: In piedi, con le gambe leggermente divaricate. Sollevare le spalle, contare fino a 10, poi rilassarle. Portarle in basso, contare fino a 10, poi rilassarle. Ripetere 5 volte. Esercizio n. 6: Portare indietro le spalle, contare fino a 10 poi rilassarle; portarle in avanti, contare fino a 10, poi rilassarle. Ripetere 5 volte. corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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98 9. Agenti chimici, cancerogeni, e/o mutageni, amianto DPR 962/82 CVM D.Lgs 66/00 Protezione da agenti Cancerogeni/Mutageni abroga Titolo IX Protezione da Amianto D.Lgs 257/06 D.Lgs. 81/08 Titolo IX abroga D.Lgs 277/91 Amianto Piombo D.Lgs 77/92 Ammine Aromatiche D.Lgs 25/02 Protezione da Agenti Chimici Atmosfere Esplosive D.Lgs 233/03 (Sostanze infiammabili, polveri combustibili) Titolo IX Titolo XI 4. RISCHIO CHIMOCO/BIOLOGICO corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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99 TITOLO IX - Capo I - Protezione da agenti chimici Campo di applicazione Definizioni Valutazione dei rischi Misure e principi generali per la prevenzione dei rischi Misure specifiche di protezione e di prevenzione Disposizioni in caso di incidenti o di emergenze Informazione e formazione per i lavoratori Divieti Sorveglianza sanitaria Cartelle sanitarie e di rischio Consultazione e partecipazione dei lavoratori Adeguamenti normativi corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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100 CAMPO DI APPLICAZIONE laboratori industrie chimiche officine parrucchieri agricoltura manutenzione e pulizia corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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101 Protezione da agenti cancerogeni e mutageni TITOLO IX - CAPO II Campo di applicazione Definizioni Sostituzione e riduzione Valutazione dei rischi Misure tecniche organizzative e procedurali Misure igieniche Informazione e formazione Esposizione non prevedibile Operazioni lavorative particolari Accertamenti sanitari Registro di esposizione e le Cartelle sanitarie Registrazione dei tumori Adeguamenti normativi corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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102 Tumori professionali Attribuibili con elevata probabilità alla causa professionale: 1.Mesotelioma pleurico e peritoneale (asbesto); 2.Adenocarcinoma del naso e dei seni paranasali (legno e cuoio) 3.Angiosarcoma epatico (CVM); 4.Tumori frequenti in alcune esposizioni professionali: - POLMONE (alluminio, arsenico, cromo, IPA, nichel, formaldeide, cadmio, silice, cadmio, berillio, ecc.) - VIE URINARIE (IPA, ammine aromatiche, industria della gomma, ecc.) - LEUCEMIE (benzene, formaldeide, industria della gomma, ecc.) CANCEROGENI Le sostanze e i preparati che, per ingestione, inalazione o assorbimento cutaneo, possono provocare il cancro o aumentarne la frequenza MUTAGENI Le sostanze e i preparati che, per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono produrre difetti genetici ereditari o aumentarne la frequenza corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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103 SOSTITUZIONE E RIDUZIONE (ART. 235) INDIVIDUAZIONE DEGLI AGENTI CANCEROGENI E/O MUTAGENI NELL’AMBIENTE DI LAVORO SOSTITUZIONE E RIDUZIONE sostanza, preparato e/o procedimento meno nocivo. Se non è tecnicamente possibile la sostituzione, RICORRERE AD UN SISTEMA CHIUSO, sempre che ciò sia “tecnicamente possibile”. PERSEGUIRE IL PIÙ BASSO LIVELLO DI ESPOSIZIONE TECNICAMENTE POSSIBILE. impiegare tutte le misure tecniche, organizzative e procedurali, art. 237 L’esposizione non deve comunque superare il valore limite (Allegato XLIII) corso per lavoratori e preposti - a cura del RSPP, con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo - 2014/2015
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corso per lavoratori e preposti 2014/2015 - a cura del RSPP con la collaborazione degli ASPP I. C. Fuscaldo – via S. Francesco, 2 - FUSCALDO
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